L'attaccante del Bologna Riccardo Orsolini ha parlato su Instagram a Cronache di Spogliatoio: "Il calcio mi manca un casino, è un dramma per tutti. Non potendo uscire di casa e fare attività fisica è un po' dura. Mi sto attrezzando ma è difficile. In casa ho un tapis roulant per svagare la mente. Io non ho una villa con megapiscina e palestra, ma mi adatto".

Giocatore raro: "Fin dalle giovanili sono stato predisposto a fare la giocata. Nel vivaio ero piccolino e facevo fatica, poi sviluppandomi ho rafforzato il mio fisico, mi sono sviluppato ma mantenendo le caratteristiche che mi contraddistinguono. La mia è una dote preziosa: sono un esterno mancino e non ce ne sono tanti a giro, soprattutto in Italia".

Ringraziamento a Mihajlovic: "Ho fatto uno step mentale che mi è servito per avere maggiore sicurezza in campo: sentirmi meno bellino in campo e più concreto. Mi ha aiutato molto Mihajlovic, mi sento completamente cambiato come giocatore e come uomo rispetto a due anni fa. Con il mister mi sono trovato bene fin da subito. Venivo da una mezza stagione in cui non giocavo quasi mai titolare, mi avevano cambiato ruolo. Appena arrivato mi ha buttato dentro titolare ed esterno. Mi ha dato continuità e fiducia".

Il breve passaggio alla Juventus: "Venivo da una piccola realtà, avevamo le strutture ma non come a Torino. Mi sono trovato in un J-Medical stracolmo di persone, dai giornalisti ai fotografi. Vedere la loro organizzazione mi ha fatto effetto. Ma in allenamento non vedevo palla. Andavano al doppio, venivo dalla Serie B e l'intensità era diversa. Mi sono trovato a disagio, non ne beccavo mezza. Lì ho capito di non essere pronto per quel palcoscenico in quel momento. Sono convinto che fosse questione di ritmo: una volta acquisito, con le tue qualità riesci a confrontarti con campioni del genere".

Ruolo: "In caso di emergenza posso fare tutto, stare dietro le punte o giocare da seconda punta. Chiaramente all'inizio farei fatica, dovrei capire bene i movimenti e i tempi di gioco. Come caratteristica principale sono un esterno a tutta fascia".

Tanto affetto dai tifosi del Bologna: "È appagante, più dei soldi. Rimanere impresso in una persona, o qualcuno che ti chiama idolo è un'emozione indescrivibile. Sei un punto di riferimento per chi ti segue, sai che quella persona può trarre ispirazione da te per arrivare, non solo nel calcio ma anche nella vita".