L'emergenza Coronavirus non sembra fermarsi e l'Italia sta cercando di riorganizzarsi. Discorso valido anche per il calcio ovviamente. A differenza di qualche settimana fa, in Lega nelle ultime riunioni c'è stata maggiore compattezza. A testimoniarlo è Urbano Cairo, presidente del Torino, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a La Stampa:

"Se penso che nell’assemblea di Lega del 10 marzo c’era ancora chi parlava di allenarsi e di tornare a giocare, è logico che si sia perso tempo. Quei discorsi, a risentirli ora, sembrano lunari. Io lo dissi subito, se non prendiamo decisioni drastiche, anche spostare i tifosi contribuirà ad aumentare esponenzialmente i contagiati".


Coronavirus, Cairo: "Taglio di stipendi sarà inevitabile"

"Questa emergenza ci ha compattato, c’è più unità di prima. Molti falchi sono diventate colombe anche se è rimasto qualcuno che vuole fare il fenomeno, che rompe il fronte per avere vantaggi. Furbizie, atteggiamenti di piccolo cabotaggio. Non è il momento. Se mi riferisco a Lotito e De Laurentiis? Chiedetelo a loro. Solo, mi sembra una follia sostenere una tesi sulla base dei dati del contagio. Dire che una regione non ha problemi con una situazione così in evoluzione è una frase infelice. Poi esplode il virus a Fondi e allora... le altre società non la pensano così. Perché lo fanno? Immagino per interessi sportivi, forse per avvantaggiarsi nella preparazione".

Quando potrà ricominciare il campionato? 

"Inutile avventurarsi in previsioni, davanti a una pandemia noi non possiamo che navigare a vista. Fissare un inizio o una fine ora è senza senso, ma nel caso riprendessimo l’ipotesi porte chiuse è la più probabile. 

Tagli degli stipendi? 

"Sarà inevitabile. Siamo di fronte a un problema di sistema che rischia di implodere senza degli accorgimenti importanti. Credo che i calciatori siano i primi a non volerlo, sono ragazzi che hanno testa. Qui bisogna limitare i danni, poi si penserà alla ricostruzione economica. Del calcio come di tutti gli altri settori".