Ha parlato a Il Corriere Fiorentina il portiere della Fiorentina Barlomiej Dragowski: "Sapevo che avrei dimostrato di essere un portiere che può fare la differenza. Stare in panchina per due anni e mezzo è stata dura per lui, ma se inizi a pensare ad altro rischi di fare una brutta fine".

Merito dei sei mesi ad Empoli: "È stato un momento importante perché per la prima volta ho potuto dimostrare il mio valore. Così la fiorentina ha puntato su di me, me l’hanno detto subito in estate, ho parlato con il mister, il preparatore dei portieri e mi hanno detto che per loro ero il titolare. Venivo da due anni e mezzo nei quali non avevo mai giocato, era normale avere dei dubbi. Ma ora sono molto felice".

Sulla sonfitta col Cagliari: "Ci siamo confrontati a fine partita, eravamo tutti incazzati, ma nessuno ha alzato la voce. Quando abbiamo perso Lirola e Careres inconsciamente abbiamo perso sicurezze, e siamo scesi in campo con un po' di paura".

Oggetto del mistero Szymon Zurkowski: "È forte. Può giocare una partita, correre 13 km, e subito dopo giocarne un’altra. Ma deve ancora abituarsi al calcio italiano. Tra la Serie A polacca e quella italiana la differenza è enorme. E poi deve ancora capire bene la lingua. Lui si allena ogni giorno come fosse l’ultimo e andando avanti così avrà le sue opportunità".

Su Ribery: "Quando l'abbiamo preso non ci credevo".