Oggi le sue energie sono proiettate a portare il Monza nel calco che conta, ma Adriano Galliani non può dimenticare il trentennio rossonero, compresi gli ultimi tempi, quelli del controverso closing con i cinesi: ”Ormai la cessione era nell’aria, ma ho scolpita nella mente l’esultanza al gol di Zapata al 95’ nel derby, prima partita dell’era cinese”, racconta lo storico ad del Milan in un’intervista al Corriere della Sera. “Ero in un ristorante in Brera e rovesciai piatti e bicchieri. Questo per dire che nonostante non ricopra più cariche all’interno del Milan la passione per i colori è rimasta immutata".

Oggi per il Monza c’è la Fiorentina: "Sono felice certo, ma mi auguro che presto il Monza giochi in certi stadi anche gare di campionato. Grazie alla Fininvest di Silvio Berlusconi, abbiamo effettuato investimenti importanti non solo per il rafforzamento della rosa ma anche per ammodernare lo stadio e il centro di allenamento. L’obiettivo è condurre la squadra in Serie A fra 24 mesi, come ha ricordato il presidente a Villa Gernetto a tutti i dipendenti. La politica è la stessa: rivoluzionare la rosa per vincere subito. Con l’organico attuale potremmo lottare per la promozione in A".

Non è cambiato sul suo approccio sul mercato: "Telefono a Finotto con lo stesso interesse con cui convincevo i Palloni d’oro. Lo faccio per il Monza che per me non è un’altra squadra. È il club che da bambino andavo a sostenere con mia mamma. È il paletto che ho messo a Berlusconi quando mi ha chiesto nel 1979 di coprire d’antenne il territorio: nel week end dovevo essere libero di seguire le gare. Per me è un ritorno a casa, come Itaca per Ulisse".

Sulle preferenze per i calciatori italiani, meglio se locali: "A qualche ragazzo mi tocca consigliare di coprirsi con le maniche lunghe della camicia. Privilegiamo non tanto gli italiani, ma chi proprio è cresciuto nella nostra zona. Nella percezione del mondo del calcio il Monza non è considerato una squadra di C ma un club destinato ad altra categoria".

Galliani parla dell’attualità complicata per le due milanesi: "L'Inter ottenne il triplete nel 2010 e l'anno dopo il Milan conquistò lo scudetto. Poi otto anni di dominio bianconero. Mi auguro che Milano possa tornare alla fase d'oro degli anni Sessanta quando entrambe le squadre vinsero due Coppe dei Campioni. Spero che diventi la locomotiva d'Italia anche nel calcio come lo è nell'economia. Auguro con tutto il cuore a questa proprietà di riportare il Milan in Champions. Del resto già l'anno scorso ha mancato l'obiettivo per un solo punto".

Galliani ha parlato anche della separazione tra Marotta e Paratici: “Fabio e Beppe sono due amici, delle loro diatribe ho letto solo lui giornali. Per quanto mi riguarda, ricordo la sfida con Luciano Moggi per accaparrarsi Nesta, uno dei difensori più forti della storia. La Juventus? Mi piace moltissimo Sarri, in passato è stato molto vicino al Milan. Ma anche l'Inter ha un tecnico top come Conte, come il Napoli con Carletto: si giocano le prime tre posizioni e spero che il quarto posto sia del Milan".

Galliani dice la sua anche sul caso Icardi: "Il caso è amplificato dal maschilismo che governa il mondo del calcio. Se parla Wanda si scatena un uragano ma se grandi agenti come Mino Raiola o Jorge Mendes avessero gli stessi comportamenti, nessuno avrebbe nulla da eccepire. Icardi peraltro è fortissimo, se potessi lo prenderei subito. Chi in panchina? Punto sul mio amico Allegri. Poi se non fosse disponibile, mi andrebbero benissimo anche Spalletti o Mourinho…”