Anche ieri sul campo del Cagliari, Gennaro Gattuso si è affidato ancora ad Eljif Elmas. La scelta è stata ripagata da un'altra ottima prestazione del centrocampista macedone che ha dato quel pizzico di fantasia alla compagine partenopea.  Ogni sua giocata è un azzardo, quasi che giocasse fuori dall'austerità gattusiana, declinandosi al rischio e andando sempre a cercare un dribbling. 

Al Fenerbahce, secondo "il Mattino", ha ruotato alternandosi in tre ruoli: esterno, mezzala e pure mediano, ma è evidente che lui ama essere esterno e di-vagare col pallone, fino a rischiare di diventare un calciatore dell'ultimo quarto d'ora, anche se non lo è. Un Lamela meno cincischiante, un Perotti continuo, insomma si prende il rischio d'essere effimero, perché è nella sua natura.

La qualità del numero 12 partenopeo in azione (Getty Images)

Ma Elmas non è uno di quei calciatori che vogliono solo dribblare, è anche un cercatore di varchi e di ultimi passaggi. Per questo immagina e prova giocate estrose, anche se per farlo contento ci vorrebbero più palloni da giocare. È ancora un calciatore a risparmio, può fare di meglio imparando a recuperare in difesa, spendendosi di più, ma gli mancano molte partite.

MITO "ITALIANO" E VOGLIA DI IMPORSI

Il carattere non gli manca, anche se per ora lo abbiamo visto esercitarsi solo in corse in tunnel di difensori dove gli è sempre mancato l'ultimo tocco, lo scalino della perfezione. Il suo mito è Pandev, un calciatore estrose e determinante da anni nella nostra Serie A. Un caso? Difficile. Elmas vuole prendersi il suo posto nel Napoli e mettersi in mostra in un campionato come il nostro in cui non è semplicissimo per i calciatori di pure fantasia come lui.