L'ex direttore sportivo del Milan, Massimiliano Mirabelli, è intervenuto al Processo di 7 Gold. Tanti i temi toccati dall'ex dirigente rossonero a partire dalla proprietà cinese: "Mister Li? Ho lo stesso pensiero che hanno tutti. È strano che venga acquistato il Milan e poi lasciato in poco tempo. Ci sono tante cose da pensare, ovviamente ci ha lasciato tutti un po' sorpresi. Per me vivere anche un solo giorno al Milan è stato un onore e una cosa straordinaria, sono stati 15 mesi di grande impegno, vivere ogni minuto di questo mondo è stato bellissimo, ne sono stato onorato e orgoglioso, anche se per breve tempo".

GATTUSO - "Era giusto dare fiducia a Montella in quel momento, per quanto riguarda Gattuso, lui è un campione dentro, lo è stato da calciatore e per me lo è da allenatore. Si è messo in gioco, ha fatto le sue esperienze. Era visto come grinta e forza, ma è un allenatore innovativo, uno dei migliori in circolazione al mondo, non solo in Italia. Lo si esalta poco, è sottovalutato, ma il Milan gioca un calcio bellissimo. Un allenatore che riesca a ottimizzare l'organico a disposizione conta tantissimo, da quando è subentrato Gattuso, il Milan è arrivato terzo. Noi abbiamo perso cinque punti col Benevento e tre col Verona. Rino ha trovato mille difficoltà in questa squadra, ma ha ottimizzato al massimo".

BONUCCI - "È normale che ora lui possa dire certe cose per giustificarsi, io posso solo dire che con noi Bonucci è stato un grande professionista e un grande uomo spogliatoio, un campione vero. Il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via. Per me gli equilibri li sposta la squadra, al massimo lo può fare un attaccante. Non mi aspettavo che sarebbe tornato alla Juve dopo un anno, abbiamo fatto tutto quello che abbiamo fatto pensando che potesse chiudere la carriera al Milan, poi...".

ANDRE' SILVA - "André Silva è un giocatore di indubbio valore, anche per i prossimi anni. Avevamo fatto la nostra scelta, sapendo che avrebbe bisogno di tempo e fiducia per l'ambientamento. Un solo anno è stato poco, un po' per tutti, ma sarà un attaccante importante per tanti anni".

DONNARUMMA - "Ricordo i media che appena arrivati ci davano sconfitti per il caso Donnarumma, abbiamo trovato una grossa difficoltà. C'erano tante scadenze, anche Cutrone, ma quella di Donnarumma, gestirla soprattutto con un agente non facilissimo è stato difficile. Non è vero che c'è stato un esborso esagerato, quando c'è un giocatore a scadenza ci sono commissioni da 20 milioni, 25, come acquistare un cartellino. Con Donnarumma era giusto dare uno stipendio importante, abbiamo risparmiato non dando commissioni. Il calcio è cambiato, quando c'è un talento, anche giovane, è normale dare certe cifre".

ERRORI IN ROSSONERO - "Cosa non avrei fatto? Avevo in mente di unire i due fratelli Donnarumma, è una storia da libro Cuore. Per come è andata poi, dico che non l'avrei fatta. Non è stata capita proprio dai protagonisti".

REINA - "Noi abbiamo colto l'opportunità di Reina a zero, sapevamo che potevamo sia cedere Donnarumma che tenerlo. Con Reina eravamo stati chiari, lui ha grandi qualità sia con le mani che coi piedi, ma soprattutto con la testa. Avevamo necessità di avere un giocatore che portasse quell'esperienza, in una squadra giovane".

FUTURO - "Vado saltando in Italia e in Europa a vedere partite e conoscere giocatori. L'Italia è l'Italia, l'Inghilterra sta prendendo piede nel calcio europeo. Paquetá? Un'altra domanda".