Telecamera dietro la scrivania e quasi un'ora di chiacchierata per Maurizio Setti con i propri tifosi: il presidente del Verona ha voluto chiarire alcuni concetti fondamentali viste le tante domande arrivate sui social ed alcune critiche pervenute in questi mesi circa il cammino della squadra di Pecchia. Che, pubblicamente, il numero uno del club ha confermato, difendendo il suo operato come professionista. Dagli investimenti fatti alla cessione di Jorginho di diversi anni fa, sono stati tanti i temi trattati da Setti, tra cui uno poco caro ai fantallenatori: l'addio di Giampaolo Pazzini. 

PAZZINI -Giampaolo è un giocatore del Verona, massacrato al primo anno perchè non all’altezza di Toni. Non stava bene, ha giocato con infiltrazioni per molto tempo. Al secondo anno Pazzini è stato al centro del progetto, la squadra è stata fatta su di lui e c’era un bonus al superamento del record di gol di Toni. È stato capocannoniere ed ha contribuito alla promozione. In giugno è stato messo al livello degli altri giocatori, è cambiata l’idea di gioco. A gennaio è arrivata una proposta per Pazzini, a cui comunque contribuiamo per lo stipendio, e ha preferito accettarla per giocare di più. Gli altri giocatori che sono arrivati hanno caratteristiche che si adattano al gioco del mister". 

PECCHIA - “Non vedo i presupposti per esonerarlo. Voglio ricordare che è l’allenatore che ci ha portato in Serie A. Venire su dalla Serie B non è facile, neanche con grandi investimenti. Fabio Pecchia oltre a essere un grande professionista è una persona che ha in mano il gruppo. Mi viene da ridere quando sento dire che è un allenatore che non ha atteggiamenti consoni. In verità è un grande allenatore e copre molto bene questo ruolo. Voglio ricordare che il Verona è una società neopromossa che percepisce pochi soldi dai diritti tv. Quindi bisogna essere onesti e dobbiamo dire che ci sta la possibilità di soffrire. Siamo a 5 punti dalla salvezza e la squadra può raggiungere l’obiettivo. Abbiamo perso qualche punto nel girone d’andata, un po’ per sfortuna, un po’ per incapacità, ma siamo lì. Non serve a nulla andare sul mercato allenatori tanto per cambiare".