Il tema, quello relativo al taglio degli stipendi, è certamente delicato. Intervenuto a Radio 1, anche Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ha provato ad argomentare quelle che sono le difficoltà al momento riscontrate dalle società relativamente alla gestione della crisi causata dal coronavirus, che ha inevitabilmente indebolito la forza delle società e i valori degli stessi giocatori. 


AMERICA - "Ormai è un mese che lavoro da casa insieme a mia moglie e mia figlia, mentre mio figlio Joseph è ancora a Firenze. Noi siamo in New Jersey, e la situazione è quasi come quella dell’Italia, si esce solo per fare la spesa".

FIORENTINA - "Fino a poche settimane fa la situazione era molto complicata, perché in 12 avevano contratto il virus, e non erano in buone condizioni. Oggi sono tutti guariti, si stanno riposando, e sono quasi pronti a ricominciare, quando si potrà".

CAMPIONATO - "Io credo che debba riprendere, ma sempre se ci saranno le condizioni per farlo. La salute viene prima del calcio, ma l’industria calcistica prima o dopo dovrà ripartire. Non è facile ricominciare subito in Italia, anche perché non ci sarà turismo. Può darsi che si ricominci il 4 maggio con gli allenamenti, ma ancora sarà lunga e tutto a porte chiuse. La cosa più importante sarà non rovinare il prossimo campionato".

STIPENDI - "Io credo che ognuno debba fare la propria parte. Stiamo perdendo decine e decine di milioni con le valutazioni dei giocatori, e credo che anche loro debbano fare qualcosa. Abbiamo cominciato a parlare con i giocatori, ma non siamo al punto di poter annunciare qualcosa".