Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Centro Suono Sport. Queste le sue dichiarazioni.

Coni, queste le parole di Malagò

Sulla posticipazione della Olimpiadi

"Bach, il presidente del CIO è un gigante, un illuminato. Si è ritrovato nel mezzo di qualcosa di straordinario, con i tanti interessi economici coinvolti rispetto all’organizzazione dei giochi olimpici: miliardi di dollari investiti, l’interlocuzione con il Governo Giapponese che era la controparte e l’universo degli atleti che chiedevano risposte. Un problema veramente mastodontico, compresa la questione dei diritti televisivi. 

In pochissimo tempo Bach ha coinvolto l’OMS chiedendo specifiche immediate sulla diffusione del coronavirus e ricevuto il suggerimento di fermare tutto, ha coordinato e concertato il rinvio delle Olimpiadi con il governo Giapponese".

Sulla ripresa del calcio


"Sarebbe ingiusto e scorretto che io parlassi solo del calcio e non anche degli altri sport. Non abbiamo ancora contezza precisa di quando terminerà questa emergenza. In questo momento ci sono due scuole di pensiero: la prima che vuole assolutamente giocare, la seconda che non si torni a giocare.

A mio giudizio la soluzione migliore in questa fase è uno stop allo sport, ci mancherebbe che non fosse così oggi, vista la situazione critica nel nostro paese e non solo, direi in tutto il mondo. Bisogna poi fare una la distinzione tra lo sport individuale e quello di gruppo. Oggi non si può giocare, domani lo si potrebbe fare, con un enorme punto interrogativo. È lecito pensare oggi alle tempistiche e le condizioni per poterlo fare, l’importante è che non ci sia esasperazione nelle scelte".

Sulla regolarità dei campionati


"Non penso che oggi si possano valutare eventualmente irregolari i campionati, considerando le tante settimane trascorse dalla contrazione del virus. Qualora si riparta, ci sarà un periodo di riatletizzazione obbligatorio che farà da cuscinetto. Chiaramente c’è il rischio di una recrudescenza del contagio, ma alla luce di questo è stato stipulato un protocollo sanitario molto rigido qualora ci fossero delle ricadute nel mondo dello sport e del calcio. Si potrà ricominciare a giocare solo se è preservata in maniera assoluta la salute degli atleti e dei tecnici".

Sulla questione stipendi

"Ritengo molto positivo che ci sia stata questa presa di posizione unanime delle società sulla riduzione salariale per gestire i rapporti contrattuali con i calciatori".

Come sarà la fase 2 nello sport italiano?

"Sarebbe sbagliato uniformare tutti gli sport allo stesso protocollo in vista della ripresa. Mi riferisco ovviamente alle preparazioni e al tentativo di ristabilire una certa normalità. E’ chiaro che il Presidente della Federazione equestre non può attenersi alle stesse regole del Calcio o del Tennis. Ci sarà una base uguale per tutti rispetto alla salute che andrà declinata in base alle esigenze delle singole federazioni".

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