Domenica sera, contro il Torino, per lui sarà una partita da ex. Cresciuto nel Milan per una vita intera, Ignazio Abate oggi è diventato, a quasi 33 anni, un punto di forza. S'è prestato all'emergenza rossonera, con dedizione, e seguendo le indicazioni dell'ex compagno, e oggi allenatore, Gattuso, s'è reinventato centrale difensivo della line a tre, in assenza di Musacchio, Caldara (che torneranno nel 2019)  e Romagnoli (che potrebbe rientrare prima di Natale).

Ma non è questo il suo futuro, a livello tattico. D'altra parte ha il contratto in scadenza a giugno, e non ha ancora trovato la quadra per il rinnovo. Dovesse rimanere, però, potrebbe, col ritorno della difesa a quattro, fare il terzino. Così ieri a Milan TV sul suo nuovo ruolo: "Era la prima volta in assoluto che giocavo da difensore centrale, è andata abbastanza bene. Non so e non penso che questa nuova posizione possa essere l'inizio di una nuova carriera. Vedremo in futuro, io sono concentrato sulla stagione. Quando passano gli anni bisogna lavorare ancora di più per mantenere un alto livello. Adesso c'è bisogno in mezzo e io do sempre la mia massima disponibilità. Deciderà il Mister. A Roma era stato più semplice giocare perché eravamo a tre ma di fatto la linea era a cinque e avevo le spalle più coperte. Zapata e i miei compagni di reparto mi hanno facilitato un po' tutto".

E su Ringhio: "Ogni squadra rispecchia un po' il proprio allenatore. Il Mister è molto tranquillo quando prepara le partite. Siamo giovani ma stiamo maturando in fretta. Gattuso è stato un campione del mondo ma ha avuto la voglia e l'umiltà di fare la gavetta. È molto preparato e farà una grande carriera in panchina. Leonardo è stato il primo allenatore che mi ha dato fiducia in una grande società, abbiamo un grande rapporto. Adesso si respira un'aria diversa, è tornata gente di alto spessore e dei milanisti veri. L'ambiente lo sta respirando e questo ci fa bene. Sta tornando il vecchio Milan".