Luigi De Siervo nell'occhio del ciclone. L'amministratore delegato della Lega Serie A, a margine del consiglio dello scorso 23 settembre, è stato beccato da un cronista di "Repubblica" nell'atto di pronunciare una frase quanto meno discutibile sui cori razzisti che purtroppo ancora oggi sentiamo negli stadi italiani. E' stato dunque diffuso in rete l'audio delle sue dichiarazioni: "Ho chiesto ai nostri registi di spegnere i microfoni, così non si sentono". La procura della Figc, entrata in possesso dell'audio, sta valutando la possibilità di aprire un'inchiesta

Razzismo, la posizione di De Siervo

Lo stesso De Siervo ha poi successivamente chiarito la propria posizione: "Nell'audio si sente solo una frazione del ragionamento che era molto più ampio. Stavamo parlando di produzione televisiva. E si partiva dal presupposto che noi non siamo giornalisti che dobbiamo scovare le notizie, noi produciamo uno spettacolo e lo valorizziamo. A controllare la regolarità dello svolgimento della gara e documentare a fini legali e sportivi ciò che capita dentro lo stadio ci pensano già gli organi preposti: la polizia, gli ispettori di Lega e Federazione e, non ultimi, gli arbitri. Noi stavamo ragionando di come le riprese tv possono raccontare al meglio la bellezza del calcio. Lo facciamo continuamente. E la linea è evitare di indugiare sui brutti episodi che ogni domenica capitano. Per dire, abbiamo 'squalificato' per due giornate il regista che a Cagliari aveva indugiato per 40 secondi, durante un controllo Var, sulla curva del Cagliari che in quel lasso di tempo aveva fatto di tutto. Allo stesso modo abbiamo fermato un altro regista che aveva inquadrato per troppo tempo un omaggio dei tifosi interisti a Ho suggerito di gestire in maniera più precisa il direzionamento dei microfoni. Capita spesso infatti che da casa si sentano dettagli che allo stadio nemmeno si percepiscono".