Enrico Castellacci, ex medico dell'Italia e consulente per la Nazionale Cinese di Marcello Lippi, ha parlato nel corso di un'intervista concessa a tmw

Le parole di Castellacci

"Per la ripresa la scelta ricade sui vertici mi sembra logico. Il governo va avanti su giudizio medico e ci affidiamo a loro. Il criterio più importante è quello dei virologi e trovo giusto che le istituzioni sportive, parlo di Malagò o Gravina, cerchino di dare delle scadenze. Cerchiamo di programmare, ho qualche perplessità pensando a questi tempi rapidi".

Visite di idoneità da capo?

"Volersi allenare nelle settimane scorse voleva dire non far tesoro dell'esperienza passata. Noi siamo partiti due mesi dopo la Cina. Lì hanno bloccato subito i campionati e la loro Champions League. Noi non l'abbiamo fatto e sappiamo perché. Riprendere gli allenamenti in anticipo come prospettato, mi sembrava mancanza di buon senso e senso civico. Aspettiamo di capire cosa decide il Governo. Possono rimanere delle alterazioni, delle cicatrici, che potrebbero danneggiare l'atleta che ha avuto il coronavirus. Si dovranno fare dei test aggiuntivi per scongiurare effetti collaterali, sarà fondamentale".

Mega ritiro ed in campo a porte chiuse?

"Non è semplice una soluzione di questo genere. Anche l'Uefa sta cercando mille soluzioni, ma non è facile non conoscendo i tempi. Neanche io li conosco e neanche un virologo. C'è sempre la preoccupazione del virus di ritorno. Bisogna sempre guardare l'esperienza altrui per programmare l'aspetto sanitario. Sono in contatto con la Cina e ho parlato con Cannavaro, c'è nuova preoccupazione per una ripartenza. Non è semplice debellarlo, non sarà facile neppure nei prossimi mesi".

Test a tappeto prima di ricominciare?

"Per forza. Abbiamo il pericolo degli asintomatici e spesso lo dimentichiamo. Il pericolo grosso sono loro, perché sono di più di quanto si pensi. Non ci sono solo giocatori, tutto lo staff dove lo mettiamo? A porte chiuse si muovono comunque un centinaio di persone, più i giornalisti. Oggi c'è paura di stare in due o tre, il rischio ci sarà sempre".