L’emozione della prima volta alla bellezza di 36 anni, qualche breve preambolo del presidente Angelici, poi via alle sensazioni da nuovo giocatore del Boca Juniors per Daniele De Rossi, presentato alla stampa nel Salòn Filiberto della Bombonera: “Burdisso mi ha raccontato tanto del Boca. Chi non sta dentro lo stadio non può capire cosa vuol dire farne parte. E’ uno spettacolo, ma ho trovato oltre al lato affettivo un club serio”.

Nonostante gli anni a Roma, De Rossi impressionato dalla tifoseria Xeneizes: “E’ qualcosa di incredibile, anche vista l’ora. Non posso che ringraziarli facendo il mio lavoro in maniera seria. E’ uno stimolo e una spinta in più per fare il mio lavoro. In questi giorni abbiamo fatto altro ma io devo essere un calciatore serio e questo mi dà tanta responsabilità."

De Rossi racconta come è nata l’idea Boca: “Una volta ufficiale la notizia del mio addio alla Roma abbiamo iniziato a sentirci con Burdisso e lui era intenzionato a portarmi qui. Io gli ho detto subito di sì, ma poi ci ho pensato. Cambiare così tanto poteva spaventarmi. Il sì è stato per la mia voglia di giocare a calcio in un ambiente stimolante. La garanzia è stato anche Burdisso, mi ha detto che il presidente è un uomo onesto e che qui si fanno le cose per vincere. Non mi avrebbe portato in un posto in cui sarei stato male".

Qualche amarezza per le modalità di addio alla Roma: “Io sono un giocatore che parla poco, non mi piace parlare del mio futuro. Sono uscite cose non vere, non ho un profilo social attivo e non sentivo il bisogno di smentire. La smentita è arrivata quando ho detto sì. In certi casi è meglio stare zitto. Penso che tutto quello che ho visto qui è una continua conferma che è il posto giusto per lavorare e io non ho bisogno che mi dicano di strutture fantascientifiche. Ma ho bisogno di gente seria, io voglio giocare a calcio. In un ambiente che mi dia stimoli, la cosa importante è come vivo io il calcio, 24 ore al giorno, non voglio un posto che mi spenga".

De Rossi non si sbilancia sulla data dell’esordio: “Io mi sono sempre allenato, anche quando stavo fermo. Però un conto è correre da soli e un conto è toccare il pallone e fare contrasti. Avrò bisogno di qualche giorno, poi deciderà il mister che ha l’obbligo di pensare alla squadra. Quando sarà in forma e in grado di dare qualcosa mi butterà dentro. Ieri sarei entrato vestito in borghese, ma una partita in più o in meno non cambia. C’è tempo. I miei obiettivi? Sono gli stessi del Boca. Vincere la Libertadores e vincere tutto. Sono qui per aiutare, ovviamente spero che mercoledì le cose vadano bene. La squadra sta concentrata, mi piacerebbe debuttare in questa competizione. E infatti mi dispiace per questa giornata perché potrebbe distogliere i miei compagni dalla cosa più importante".

De Rossi ritroverà da compagni Zarate e Tevez: “C’è stata grande rivalità negli anni, forse più con Mauro vista la rivalità cittadina. Qui c’è il River, nei derby ci siamo dati qualche botta ma c’è rispetto. Tevez ha giocato in squadre superiori alla mia ma verrà ricordato nel futuro. Loro e tutti gli altri mi hanno accolto in una maniera incredibile e questo mi emoziona. E’ bello che vengano i tifosi all’aeroporto, è importantissimo che i compagni mi facciano sentire uno di loro. Anche io con lo spagnolo mi difendo".

Sul consiglio che darebbe ai colleghi di raggiungerlo: “Io non devo chiamare i miei compagni per dirgli di venire qui. Ogni giocatore però dovrebbe vivere quello che sto vivendo io, ma se ti piace giocare a calcio nessuno dovrebbe fare a meno di un’esperienza così. Se conta anche Maradona? Ho vissuto gli anni subito successivi al grande Napoli di Maradona che sono stati gli anni migliori. Non puoi non innamorarti di lui, da lì ho seguito qualcosa e poi l’obiettivo si è spostato su questa follia che c’è qui. Da lì è nato tutto, poi la scelta ha toccato anche gli altri ambiti”.

Da un ambiente caldissimo a un altro: “Questo è il segno che sono fatto così. Ho vissuto in un ambiente di matti, vivendo il calcio 24 ore al giorno. Ho sempre fatto questo lavoro con professionalità, anche se magari avrei vissuto in maniera più rilassata in altri luoghi. Ho scelto questo posto, perché comunque vada questa stagione a livello umano mi arricchirà tanto, migliorerò tanto e la mia famiglia con me. In cosa poter migliorare? Devo scoprirlo. Si può migliorare a qualsiasi età, dal punto di vista dell’emozione e dell’energia. Spero di dargli qualcosa, alla squadra e ai compagni. Il mio obiettivo è provare a dargli quello che avrei voluto dare ai miei compagni della Roma. Non sono Messi o Maradona, ma quando sarà in forma posso dare una mano alla squadra”.

Nel finale ancora un sassolino riguardo a qualche indiscrezione fantasiosa da parte della stampa: “Ho sentito diverse cose false, come che a me e alla mia famiglia terrorizzava vivere qui a Buenos Aires. Non avrei mai fatto questo errore, né l’ho fatto in passato. Grazie a tutti per l’accoglienza”.