Per difendersi parte all’attacco, come da sempre nel suo stile dialettico, Josè Mourinho, a 48 ore dalla pesante eliminazione all’Old Trafford per mano del Siviglia di Vincenzo Montella, dagli ottavi di Champions League.

Una conferenza stampa che si trasforma in un lunghissimo monologo, ben 12 minuti, destinato a restare nel particolare showreel mediatico dello Special One. E che offre anche una considerazione sulla “sua” Inter, il cui prestigio non pare trattato troppo generosamente dal portoghese.

“Sono vivo e sono qui”, scherza in avvio Mourinho, prima di passare all’offensiva, ricapitolando tutti i recenti fallimenti dei Red Devils in Champions. “Nel 2012 questa squadra è stata eliminata nella fase a gironi, con Benfica, Basilea e Otetul Galati. Nel 2013 fuori agli ottavi, e io ero sull'altra panchina. Nel 2014 eliminato ai quarti, nel 2015 fuori dalle coppe, nel 2016 fuori nella fase a gironi di Champions e poi eliminato in Europa League, nel 2017 vittoria dell'Europa League col sottoscritto e ritorno in Champions dove, nella fase a gironi, siamo arrivati primi con 15 punti su 18. In sette anni, con 4 diversi allenatori, il miglior risultato è stato un quarto di finale. Questa è eredita calcistica. In Premier l'ultimo campionato vinto risale alla stagione 2012-13 e negli ultimi quattro anni il miglior piazzamento è stato un quarto posto. Anche questa è eredità calcistica”.

Poi dallo Special One la rivendicazione di un ruolo importante nell’aver portato giocatori di rilievo nell’attuale rosa: “Quando un giorno me ne andrò, il prossimo allenatore del Manchester United troverà già qui gente come Lukaku, Matic e De Gea. Troverà giocatori con mentalità, qualità, background diversi e una grande esperienza”.

Poi il riferimento ai nerazzurri, con un paragone che rischia di far storcere il naso ai tifosi interisti: “Non è un caso che ai quarti c'è sempre il Barcellona, il Real, il Bayern Monaco, la Juventus. Solo a volte trovi club come la mia Inter o come il Monaco l’anno scorso. Non sparirò, non ho paura delle mie responsabilità. Sono davvero fortunato e felice di essere dove sono. Capisco che per molti, molti anni è stato davvero difficile per le persone a cui non piaccio: da 10 mesi non vinco nulla, ho battuto il Liverpool e il Chelsea e ho perso col Siviglia e ora tocca a loro essere felici”.