Una novità rilevante si affaccia sul panorama, ormai sempre più limpido, relativo al caso Denis Bergamini. Il calciatore del Cosenza, scomparso nel 1989, stando all'esito dell'ultima, attesissima, perizia sul suo corpo riesumato in estate, venne soffocato: non fu quindi l'impatto con l'autocarro in movimento dell'autotrasportatore Pisano la causa del decesso.

Ora prosegue l'inchiesta (la terza), riaperta dal nuovo procuratore capo del Tribunale di Castrovillari, Eugenio Facciolla, che è atta a chiarire la dinamica d'un presunto suicidio mai accettato come tale dalla famiglia dello sfortunato calciatore, dai tifosi rossoblu, e da buona parte del mondo del calcio. A tutti loro, adesso, le indagini degli ultimi mesi dovranno spiegare cosa accadde davvero a Bergamini la notte del maledetto 18 novembre '89, poche ore dopo il suo abbandono del ritiro della squadra, e prima di essere ritrovato a Roseto Capo Spulico. 

Le ultime, riportate da Sky Sport, confermano che le indagini proseguiranno, in quanto Facciolla ha chiesto un'ulteriore proroga "per attività di indagine complesse in corso". L'obiettivo della Procura sarebbe quello di chiudere le indagini già entro fine 2018: poi ovviamente i tempi tecnici consentiranno la valutazione di tutto il materiale prodotto in questi mesi. Nel registro degli indagati ci sono la ex fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, suo marito, e il Pisano, conducente del pesante automezzo. Pochi mesi ancora, poi la verità potrebbe finalmente fare capolino su una vicenda iniziata ormai 30 anni fa, e che s'appresta a trovare risoluzione.

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