Il secondo anticipo della ventiduesima giornata ha visto la Juventus protagonista sul campo del Chievo Verona. I pronostici della vigilia davano ampiamente favorita la squadra campione d'Italia in carica, fatto che poi si è puntualmente avverato, ma il risultato finale di 2-0 non deve trarre in inganno. Il match della Juventus è stato infatti ben più difficile del previsto, in buona parte per merito del Chievo, ma anche Higuain e soci non hanno impressionato per brillantezza, anzi.

Maran si è dimostrato ancora una volta un tecnico molto preparato sul piano tattico, scendendo in campo con 5-3-2 mascherato da 3-5-2, dove gli esterni erano di fatto giocatori prettamente difensivi come Cacciatore e Jaroszy?ski, mentre davanti a Sorrentino si ergeva il muro composto da Bani, Dainelli e Tomovic. Il compito di provare ad offendere la retroguardia bianconera era affidato ai cambi di gioco di Radovanovic, alle invenzioni di Birsa ed alla fisicità di Pucciarelli.

Con un avversario così bloccato dietro la linea della palla alla Juventus non restava che far possesso, in attesa di trovare il varco buono per rendersi pericolosi. In situazioni come queste è necessario, se non doveroso, che la circolazione sia veloce, massimo due tocchi, per ribaltare rapidamente l'azione da un versante all'altro di gioco. Invece i bianconeri hanno mostrato poca brillantezza proprio in questo fondamentale: il possesso era lento, quasi stagnante. Gli unici bianconeri che hanno provato ad accendere la miccia sono stati Douglas Costa, votato quasi costantemente all'uno contro uno ed alla creazione della superiorità numerica, e Miralem Pjanic che con le sue giocate ha provato ad illuminare il palcoscenico e quando ha capito che per i suoi compagni non era serata si è preso anche la briga di provare la conclusione personale.

Per fortuna degli uomini di Allegri i clivensi hanno deciso di optare per il suicidio sportivo già a partire dal 35' del primo tempo quando Bastien si è visto comminare il primo cartellino giallo per un'entrata molto dura su Asamoah. Il primo pezzo del suicidio si è completato circa due minuti dopo quando Bastien, vistosi superato in slancio ancora da Asamoah, si è aggrappato alla maglia del numero 22 bianconero con la conseguente seconda ammonizione. Tuttavia, anche in dieci uomini, il Chievo ha mostrato una grande abnegazione ed un grande spirito di sacrificio, chiudendosi a riccio nella propria metà campo e rintuzzando tutti gli attacchi della Juventus. Anche l'ingresso di Bernardeschi ad inizio ripresa non ha portato i frutti sperati, almeno nell'immediato. Il suicidio sportivo dei padroni di casa si è completato al 62' quando Cacciatore ha protestato nei confronti dell'arbitro facendo il gesto delle manette di mourinhana memoria. Chievo in nove uomini e con il fortino, seppur generoso, destinato inevitabilmente a capitolare.

Non a caso cinque minuti dopo l'espulsione del numero 29 gialloblu la Juventus ha trovato la via del gol: lancio del solito magistrale Pjanic verso Bernardeschi, tocco all'indietro del numero 33, conclusione secca di Khedira e Sorrentino battuto. Il 2-0 si è materializzato invece solo nei secondi finali con la prima ed unica distrazione della retroguardia padrona di casa colpevole di aver lasciato Higuain troppo solo a pochi passi dalla linea di porta: colpo di testa facile e partita definitivamente in ghiaccio per i bianconeri.

Al popolo bianconero ora non resta che sperare che la prestazione vista ieri sera sia unicamente figlia del lavoro di richiamo fatto durante la sosta, perché se così non dovesse essere sarà veramente difficile riuscire ad issarsi definitivamente sulla vetta della classifica scavalcando il Napoli.