Sono arrivate le prime convocazioni dopo la tragedia sportiva vissuta contro la Svezia e con magna sorpresa di chiunque, proprio per aprire un nuovo ciclo in vista degli Europei... non cambia nulla. Di Biagio che aveva promesso fuoco e fiamme, un ciclo che sarebbe già iniziato da queste amichevoli in vista degli Europei itineranti del 2020 dirama la propria lista e non c'è nulla di diverso rispetto alla Nazionale di Ventura negli uomini chiave, in quello che potrebbe essere l'undici titolare. Non che ci si aspettasse nulla di diverso da Di Biagio - colui che è stato in grado di non portare nemmeno in finale una delle Nazionali Under 21 più talentuose dell'ultimo decennio -, ma almeno un po' di personalità sarebbe stata gradita visto che per due anni i tifosi azzurri hanno dovuto sopportare Ventura. Invece nulla, cambiare tutto per non cambiare nulla. Potrebbe essere tranquillamente il titolo di un libro con autore proprio Di Biagio con la prefazione delle alte sfere della FIGC.

L'Italia è da sempre, in ogni ambito, un Paese che a parole fa e disfa continuamente, ma in realtà non cambia mai nulla. Ma questa volta l'occasione era sin troppo ghiotta per farsela scappare, eppure il lassismo in fase decisionale continua a prevalere sul bene comune. Già ancor prima della debacle svedese avevamo chiaramente detto che una mancata qualificazione al Mondiale sarebbe stata "auspicabile" per poter finalmente effettuare il ricambio generazionale tanto bramato e rimandato per cause sconosciute, ma nemmeno questa volta è stato così. Evidentemente sono state sopravvalutate le capacità decisionali della Federazione. È inutile tenerselo fra i denti: senza un Mondiale alle porte e costretti a fare da sparring partner a Inghilterra e Argentina l'unica cosa che poteva dare un senso al tutto poteva essere il vedere l'intero blocco che dovrà necessariamente trainarci agli Europei, invece no. Sparring partner in tutto e per tutto destinati a fare da comprimari senza alcun vero interesse, solo per quello di prendere qualche soldo dagli organizzatori delle amichevoli.

Giusto per non rimanere sulla diatriba verbale, ma per andare nel dettaglio: rispetto ai 27 convocati contro la Svezia - per queste due amichevoli saranno 26 - ci sono 8 cambi di cui uno per circostanze purtroppo note e che non dipendono dalla volontà di nessuno perché si tratta della convocazione di Ferrari al posto di Davide Astori e un altro cambio è relativo all'infortunio di Bernardeschi che ha portato in Nazionale Chiesa. Gli altri sei nomi nuovi sono Cristante, De Sciglio , Pellegrini, Cutrone, Bonaventura e Verdi. A parte Barzagli e Gabbiadini, tutti gli altri 9 presenti nella gara di San Siro di metà novembre sono ancora lì, al loro posto, nonostante lacrime, parole di commiato e carte di identità che potevano tranquillamente spingere verso un maggiore ricambio. Cambiare tutto per non cambiare nulla, come sempre quando si parla del calcio italiano.

Per redimere questa onta basterà far bene in due amichevoli prima di un Mondiale a cui non andremo, questo il pensiero di fondo secondo Di Biagio (Getty Images)

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Invece di dare il giusto peso a quelli che saranno sicuramente presenti agli Europei e ai prossimi Mondiali (si spera), si continuerà imperterriti con i soliti noti che fra 4 anni saranno più vicini ai 35/36 che ai 30. Siamo un Paese per vecchi - risaputo -, ma questa volta era lecito attendersi qualcosa di più. Anche dal punto di vista di Di Biagio: è un traghettatore - altrettanto risaputo -, ma se anche ci fossero state delle minime chance di permanenza doveva già adesso dare un segnale relativo al suo cammino, invece no, calma piatta sul fronte di Coverciano: sempre i soliti noti che relegano le nuove leve ad aspettare e fare la muffa in panchina o - nel migliore dei casi - fare da comprimari allo zoccolo duro che volente o nolente è sempre sotto i riflettori.

E così da quella che poteva essere la prima gara di Donnarumma da titolare definitivo fra i pali, si passerà al nuovo farewell tour di Buffon con la maglia azzurra. Come se fare da comprimario contro Argentina e Inghilterra sia così tanto meglio che perdere dalla Svezia. Dall'avere Florenzi finalmente elevato a uomo simbolo di questa squadra, lo si continuerà a relegare alla figura del "bello de nonna" che sa giocare in qualsiasi ruolo e che serve per fare un po' di interazioni sui social grazie alla sua innata simpatia. Caldara non è convocato senza una vera motivazione, Barella è perso ancora nei meandri dell'Under 21, Balotelli viene messo ancora in secondo piano per dare ancora spazio al volenteroso Candreva.

Se queste fossero state delle convocazioni in vista del Mondiale sarebbero state molto interessanti per la presenza di giocatori che stanno ben figurando in questa Serie A che si sarebbero aggiunti a un gruppo già collaudato, ma così non è, perché l'Italia ai Mondiali non ci andrà e la prima vera partita della Nazionale sarà a marzo del 2019 quindi si poteva tranquillamente cambiare integralmente, o in maniera maggiore, la rosa dei convocati per queste prime amichevoli per trasmettere un segnale forte di volontà di scostarsi dalla fallimentare gestione precedente, ma invece nulla: cambiare tutto per non cambiare nulla.

E guai a farsi convincere da eventuali risultati positivi in queste due amichevoli: i risultati dovevano essere fatti prima, adesso sono inutili perché non portano a nulla. Non ci sarà un ripescaggio in caso in cui si battessero Argentina e Inghilterra, questi risultati sono inutili - diciamolo a chiare lettere -, più inutili del due di coppe con briscola a bastoni: queste due gare, così come quella che arriverà a campionato finito, sarebbero servite solamente a dare un segnale, uno di rinnovamento, con il quale si affermasse a piena voce che l'Italia calcistica e stava cambiando e invece no: cambiare tutto per non cambiare nulla. Il calcio italiano è sempre così, la colpa è di chi prova a sperare che possa verificarsi qualcosa di nuovo rispetto alle abitudini. E questa ne è l'ennesima controprova.