Il grandissimo mondiale disputato dalla sorprendente nazionale della Croazia, riporta alla mente quei calciatori che hanno fatto la storia della formazione dalle tinte a scacchi e soprattutto quelli che hanno militato nel calcio italiano.

In tutti ruoli senza nessuna esclusione, tanti sono stati i giocatori croati che hanno calcato i campi di serie A e serie B dagli anni novanta fino ad oggi.

Non possiamo non iniziare dal reparto difensivo, dove troviamo in particolare due nomi che abbiamo visto all'opera in Italia: Robert Jarni e Dario Simic.

Il primo è stato un valido terzino sinistro fluidificante, che arrivò nel 1991 a Bari, giocando successivamente nel Torino e nella Juventus, dove ha chiuso la sua esperienza nello stivale nel torneo di serie A 1994/19995.

E' stato un elemento importante per la nazionale della Croazia, con la quale conquistò il terzo posto ai mondiali di Francia del 1998.

In quella forte nazionale giocava anche il difensore centrale Dario Simic, che fu il primo a totalizzare 100 presenze nel team a scacchi e che abbiamo ammirato in serie A con le maglie di Inter e Milan dal 1999 al 2008, collezionando quasi 150 presenze nel massimo campionato italiano.

Spostandoci nel settore di centrocampo, sono due i nazionali della grande Croazia del 1998 che hanno calcato i campi di serie A: Aljosa Asanovic e Zvonimir Boban.

Giocavano tutti insieme Boban, Asanovic e Prosinecki, troppa grazia, mentre dall’altra parte dell’Adriatico si faceva fatica anche a schierare un solo numero 10, per il dualismo tra Baggio e Del Piero

Asanovic fu acquistato dal Napoli nella disgraziata stagione 1997/98 per volere del tecnico Galeone (da sempre innamorato dei giocatori croati) e con i partenopei disputò 15 partite senza però lasciare il segno.

Ben diverso è il discorso relativo a Zvonimir (“Zorro”) Boban che è stato un centrocampista discontinuo ma dalla classe indiscussa, con la maglia rigorosamente fuori dai pantaloncini, lui che  ha voluto e saputo sempre dire la sua in campo e fuori, un vero istintivo: Il figlio del generale Marinko, che una volta prese a calci un poliziotto che stava picchiando la sua gente e per questo saltò per squalifica il mondiale di Italia ’90, riscattandosi alla grande in quello del '98 in Francia.

Con la maglia del Milan ha collezionato oltre 170 presenze ed ha vinto una Champions League, tre supercoppe italiane e ben 4 scudetti.

Dulcis in fundo arriviamo al reparto d'attacco dove spiccano il fantasista Mario Stanic (ex Parma in serie A) e Goran Vlaovic, che in quella formidabile Croazia componeva l'attacco insieme all'esperto Suker.

Il bottino di Goran Vlaovic al termine della sua prima annata italiana con il Padova fu tutto sommato soddisfacente: 28 presenze e 6 reti, spareggio compreso.

Il Padova è soddisfatto del rendimento dello slavo e lo promuove a titolare inamovibile dell’attacco veneto nella stagione 1995-96 in cui i biancoscudati hanno pochi mezzi economici per rinforzare l’organico, potenziato con diversi giovani come l’ex sampdoriano e futuro juventino Nicola Amoruso, che formerà proprio con Vlaovic la coppia gol della squadra di mister Sandreani.

A fine stagione sarà questo il suo score: 13 reti in 23 partite, bottino niente male che in ogni caso non evita al Padova una retrocessione purtroppo annunciata.

Vlaovic appenderà le scarpette al chiodo nel 2004 a soli 32 anni e dopo essersi tolto anche la soddisfazione di partecipare a due edizioni del campionato del mondo: nel 1998 (segnando anche alla Germania nei quarti di finale) e nel 2002, lasciando la nazionale con 15 goal totali