Non ci si poteva aspettare un sorteggio comodo, quando arrivi ai quarti di finale di Champions League c'è da fare i conti anche con la legge dei grandi numeri, ma la Dea Bendata, travestita da mano di Shevchenko, è stato poco benevola stamane nei confronti della Juventus: alla Vecchia Signora toccherà ancora una volta il Real Madrid, la stessa squadra che ha infranto i sogni di triplete del popolo bianconero nello scorso giugno in quel di Cardiff. Forse è vero che affrontare una squadra come quella blancos al meglio dei 180 minuti è meglio rispetto alla sfida secca, ma è anche vero che stiamo parlando dei campioni d'Europa in carico che, come detto da mister Allegri qualche giorno fa dopo la vittoria in campionato nel recupero contro l'Atalanta, "dopo 3 mesi di vacanza ora stanno giocando seriamente".

A distanza incolmabile dalla vetta della classifica e già fuori dalla Coppa del Rey, gli uomini di Zidane dedicheranno tutte le proprie energie nella corsa all'ennesima Champions League della propria storia, e lo faranno con una condizione fisica praticamente perfetta almeno sino a questo momento: la fase difensiva è il solito anello (si fa per dire) debole, ma un attacco come quello guidato da Cristiano Ronaldo non può far dormire sonni tranquilli a Buffon e compagni, al di là di quanto stanno facendo i difensori bianconeri in questo 2018.

Non si può nascondere però un altro fattore tutt'altro che banale: l'ultima eliminazione del Real Madrid in Champions League ha la firma della Juventus. 2-1 all'andata firmato da Morata e Tevez nei quarti di finale della Champions 2015, 1-1 al ritorno al Bernabeu con ancora Morata a zittire i "suoi" tifosi. C'è un altro fattore al quale la Juve, col permesso della cabala, può aggrapparsi: il ritorno si giocherà l'11 aprile, esattamente un anno dopo rispetto al 3-0 con il quale Dybala e Chiellini abbatterono il Barcellona di Lionel Messi.

Calcisticamente poca roba quanto sopra, ed allora quali potrebbero essere le armi a cui aggrapparsi? Nei primi novanta minuti non saranno di certo Pjanic e Benatia, entrambi squalificati, ci sarà da fare un controllo in infermeria per capire chi sarà disponibile e chi no, ma, per quanto possa sembrare assurdo viste le premesse, le potenzialità per far bene ci sono: e far bene non significa di certo solo uscire a testa alta da questo quarto di finale, anche perché cosa significa uscire a testa alta in passato l'abbiamo già provato a spiegare in maniera più o meno chiara. Allegri non dovrà commettere gli errori del secondo tempo a Cardiff, dunque dovrà tentare di rispondere a quelle mosse che Zidane riuscì a porre in essere per mandare in tilt il centrocampo a due di quella Juve: questa Juve, invece, ha imparato a giocare anche indossando altre vesti, senza gettare gli abiti di una volta, sarà interessante stare lì a guardare quello che verrà fuori da questo secondo incrocio fra due interessantissimi quadri tattici.

Si ribadisce, interessantissimi quadri tattici, non è un errore: sarebbe blasfemo dire qualcosa di differente di chi ancora oggi è campione d'Europa in carico, è invece un tema più volte sentito dalle nostre parti anche fra chi tifa Juve. Non ci sono dubbi sul fatto che il tasso di spettacolarità mostrato da Higuain e compagni non è paragonabile alle big d'Europa, o al Sarrismo che tanto viene idolatrato dalle nostre parti, ma, volendo parlare davvero di calcio, non ci sono dubbi neanche sulla solidità, sulla compattezza, sulla sicurezza che l'allenatore toscano ha saputo dare ad una squadra che, al netto della rinascita contiana, domina quasi incontrastata in questo periodo storico del calcio italiano. A prescindere da come finirà il campionato di Serie A in corso, se oggi all'estero l'unica squadra comunque capace di sedersi ripetutamente al tavolo delle grandi è sempre quella con la casacca "non-colorata" un motivo ci sarà: c'è chi dice che è merito del sistema, di presunti equilibri politici, di altre originalità annesse e connesse, anche se tali tesi assomigliano tanto a delle scuse per giustificare altrui insuccessi. Poche chiacchiere: oggi la Juve è l'unica realtà che tiene a galla il nostro calcio anche fuori dai nostri confini, ed anche di questo si è già parlato qualche tempo fa, come si è avuto modo di far presente.

Mancano quindici giorni, gustiamoci l'attesa e poi soprattutto quello spettacolo: qualunque risultato uscirà da un confronto che sembra già sbilanciato avrà sicuramente ripercussioni a 360 gradi. Presupporre e prevedere è arte per geni, qui ci limiteremo ad osservare, studiare e poi commentare: con equilibrio, con dignità, con professionalità.