Dal labiale di Buffon si intuisce un: "Non sei sensibile" (Getty Images)

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"L'arbitro si è reso protagonista, un essere umano non può fischiare un episodio stra-dubbio, dopo una gara del genere". Parole e musica di Gianluigi Buffon che potrebbe aver chiuso la sua carriera internazionale con una squalifica pesantissima alla pari dell'allenatore del Real Madrid che si ritirò dalla Francia con le giornate da scontare a seguito dell'arcinota testata ai danni di Materazzi nella finale del 2006. "È stata una questione di sensibilità. Tu non sai che squadre si affrontano, che giocatori sono in campo. Non sai veramente un ca**o", la chiosa finale di Buffon a cui fanno eco da ore addetti ai lavori di qualsiasi tipo accomunati dall'ideale comune che "al 93° un rigore dubbio non si concede".

In questo momento non ci si soffermerà sulla bontà o meno della decisione arbitrale, non si entrerà nella stantia polemica innescata al termine della gara contro l'arbitro inglese invece che contro la sbadataggine di Benatia e della retroguardia bianconera rea di aver lasciato Ronaldo e Vazquez da soli a tu per tu con Buffon al 93°, non si farà nulla di tutto ciò. Proveremo a trovare tutti i colleghi di Michael Oliver "con la spazzatura al posto del cuore e che avrebbero fatto meglio a mangiarsi le patatine con le proprie mogli/compagne/fidanzate piuttosto che arbitrare il giuoco del calcio"

DISCLAIMER: si farà riferimento solo a gare di Mondiali e Champions League.

1) ROSENBORG-JUVENTUS 25/9/2001 1-1, arbitro WEGEREFF

Non era una gara ad eliminazione diretta, ma alla seconda partita del girone i bianconeri avrebbero potuto già mettere una pietra tombale sul discorso qualificazione invece che arrivare alla penultima gara contro il Porto ancora incerti sull'esito delle proprie sorti europee. Buffon dovrebbe ricordarsi dell'arbitro olandese Wegereff che al 44° del secondo tempo concesse un rigore proprio per fallo dello stesso portiere ai danni di Brattbakk lanciato a rete. Il Rosenborg pareggiò la gara garantendosi uno dei quattro punti della sua Champions League e alla Juve rimase un pugno di mosche in mano per una gara dominata per la sua quasi totalità e sfuggitale dalle mani per un arbitro insensibile.

2) GALATASARAY-MILAN 3/11/1999 3-2, arbitro LOPEZ NIETO

Sempre girone di qualificazione, ma questa volta si trattava dell'ultima gara del primo gruppo eliminatorio: il Milan deve vincere per andare alla seconda fase a gruppi, il Galatasaray, pur vincendo può raggiungere solo il terzo posto e dunque la Coppa UEFA. I rossoneri vanno in vantaggio due volte con Weah e Giunti, poi nel finale Hakan Sukur trova la rete del pari con ancora 4' più recupero da giocare. Il Milan si riversa in avanti, ma il Galatasaray trova la forza di ripartire e mette dalla destra un traversone per Hakan Sukur che viene leggermente sfiorato da Bruno N'Gotty: quel meschino di Lopez Nieto, nonostante gli sforzi del Milan è stato in grado di assegnare il rigore che condannò i rossoneri campioni d'Italia non solo alla sconfitta, ma anche all'eliminazione totale dalle competizioni europee di quell'annata. Senza alcun rispetto per coloro i quali in quel catino rovente dell'Ali Sami Yen di Istanbul riuscirono a trovare il vantaggio in due occasioni. 

3) BARCELLONA-PSG 8/3/2017 6-1, arbitro AYTEKIN

Una delle più grandi imprese del calcio moderno è stata agevolata da un arbitro che avrebbe dovuto mangiare le patatine con la moglie in tribuna e che comunque è stato sospeso per un po' dalle competizioni UEFA per quell'arbitraggio ai limiti dello scandaloso nel match della Remuntada. Nel caso specifico l'arbitro tedesco concesse un rigore inesistente - non dubbio - in pieno recupero ai blaugrana per un "fallo" su Suarez grazie al quale Neymar realizzò il gol del 5-1 che condusse poi al sesto e decisivo gol di Sergi Roberto e alla rimonta delle rimonte. Nessuno mai in Italia si azzardò a dire che quella gara fu clamorosamente segnata da un grave errore nel recupero e a chi affermasse ciò venne prontamente ribattuto che le colpe erano del PSG di non essere stato in grado di gestire il risultato. In questo caso l'arbitro non ebbe la spazzatura al posto del cuore, ma fu solo co-protagonista in un'impresa epica di cui si parlerà per decenni a venire. Per dovere di informazione diciamo che Aytekin ha arbitrato solo tre gare in questa Champions, di squadre che non hanno passato il girone eliminatorio.

4) OLANDA-MESSICO 29/6/2014, arbitro PROENÇA

Non solo Champions League. Gli arbitri senza cuore dirigono anche gare dei Mondiali e una di queste volte a farne le spese fu il Messico agli ottavi di finale della rassegna iridata brasiliana contro l'Olanda di Louis van Gaal. I messicani andarono in vantaggio con il gol di Dos Santos, salvo poi essere raggiunti dai più blasonati Oranje all'87° da un gol di Wesley Sneijder. Quando tutto sembrava dirigersi verso l'extra-time coronando gli sforzi immensi della squadra di Miguel Herrera, ampiamente sfavorita alla vigilia, il fischietto portoghese assegnò un rigore agli europei per un "contatto" su Robben a recupero quasi concluso: sul dischetto andò Huntelaar che realizzò eliminando in extremis il Messico. Dopo quella decisione quantomeno generosa Proença arbitrò solo tre partite in Champions League e due di qualificazioni per gli Europei e poi si congedò dalla carriera di arbitro, con il peso sul cuore di non aver ragionato a pieno delle emozioni dei messicani. Chissà se il sensibile Buffon glielo fece notare prima, durante o dopo Malmö-Juventus del 2014...

5) ITALIA-AUSTRALIA 26/6/2006, arbitro MEDINA CANTALEJO

Il rigore di Grosso c'era, l'arbitro spagnolo espulse ingiustamente Materazzi e Totti trafisse Schwarzer dopo che l'Italia dominò l'intera partita. Chiunque la pensi diversamente è in malafede: Luis Medina Cantalejo ha avuto il cuore di concedere un rigore agli Azzurri dopo averli tartassati per 90'. Anche perché Buffon non si lamentò mai di quella partita e di quel rigore, quindi deve essere andata per forza così. Giusto? 

Evidentemente non era così importante la sensibilità dell'arbitro quel giorno. Meglio così (Getty Images)

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