Nel giorno di San Massimiliano e del compleanno dell'Avvocato Gianni Agnelli la Juventus si giocava moltissimo, scendendo in campo contro l'Atletico del Cholo Simeone per una rimonta ai limiti dell'impossibilità. 

Le premesse erano a dir poco pessime, dal 2-0 senza repliche subito all'andata alle statistiche che ci raccontavano che i colchoneros non avevano mai subito tre reti in trasferta senza segnarne neppure una. Ma il campo, anche questa volta, voleva raccontare un'altra storia di calcio, sogni proibiti e fantastiche realtà.

Le scelte di Allegri per la formazione iniziale hanno stupito un po' tutti: le contemporanee assenze di Alex Sandro, De Sciglio, Barzagli, Cuadrado e Douglas Costa hanno fatto sì che il mister livornese decidesse di tenere Dybala in panchina come arma tattica da lanciare a gara in corso, di dare fiducia a Leonardo Spinazzola e di schierare Emre Can in una posizione ibrida per permettere agli esterni le loro sgroppate difensive e, allo stesso tempo, di dare a Pjanic maggior spazio di manovra.

Pronti via e la Juventus ha spinto sull'acceleratore, mettendo fin da subito gli ospiti in un angolo ed arrivando al gol dopo neppure quattro minuti, rete però giustamente annullata per fallo su Oblak. Gli uomini di Allegri non si sono fatti abbattere da questo episodio ed anzi hanno preso maggior coraggio, continuando a giocare e facendo arrivare numerosi palloni dalle parti del portiere avversario. Poi è sceso in campo lui, l'uomo della Champions League, l'uomo acquistato dai bianconeri proprio per fare la differenza in queste occasioni, l'uomo che poco meno di un anno fa aveva eliminato la stessa Juventus con una prestazione devastante.

Al 27' arriva la prima rete, dopo un'azione prolungata Bernardeschi, spostato momentaneamente sulla corsia di sinistra mette al centro un cross su cui svetta Ronaldo che di testa. Partita dunque riaperta ed Atletico in netta difficoltà, la squadra che ha fatto della tenuta difensiva un marchio di fabbrica sembrava non riuscire a stare dietro alle sgroppate di Spinazzola, ai cambi di fronte di Bernardeschi ed alla strepitosa voglia di Ronaldo. La prima frazione si chiude dunque con i bianconeri in vantaggio per una rete a zero.

Il secondo tempo si è aperto così come si era chiuso il primo, Juventus subito in attacco ed al terzo minuto arriva la rete che riporta la doppia sfida in equilibrio. A segnare, ça vans sans dire, sempre lui, sempre Cristiano Ronaldo, ancora con un colpo di testa, deviato troppo tardi dal portiere dell'Atletico con la sfera che aveva già superato completamente la linea bianca. Con il risultato complessivo in parità, l'Atletico cerca di uscire dal proprio guscio, ma Morata è apparso troppo solo in mezzo alla coppia degli ex compagni Bonucci e Chiellini, mentre Griezmann si abbassava alla ricerca di palloni giocabili. La lucida follia di Allegri lo ha poi spinto ad un cambio quasi insensato togliendo Spinazzola, uno dei migliori dei bianconeri, per inserire Dybala, forse con l'obiettivo di cogliere impreparati gli avversari quando si fossero sbilanciati alla ricerca della rete che sarebbe valsa la qualificazione. La seconda sostituzione poi ha visto uscire un Mandzukic piuttosto in ombra per il giovane rampante Kean. Pochi secondi dopo il suo ingresso il classe 2000 ha avuto l'occasione di segnare la rete della qualificazione, ma il suo diagonale si è perso a lato della porta di Oblak. All'84' l'episodio decisivo con l'ennesima accelerazione di Bernardeschi, l'ex Fiorentina scappa a Correa al quale non resta che atterrarlo all'interno dei propri sedici metri con una spinta sulla schiena. L'arbitro Kuipers non ha dubbi ed assegna immediatamente il calcio di rigore. Ronaldo, senza neanche un'esitazione, prende il pallone in mano e si porta sul dischetto. Il momento è topico e sullo Stadium, finalmente catino incandescente fino a quel momento, scende un silenzio quasi tombale. La mente è volata subito all'anno scorso quando lo stesso Ronaldo si incaricò del rigore che sancì l'eliminazione dei bianconeri a favore del "suo" Real Madrid. Dal dischetto il fenomeno portoghese non ha deluso, spiazzando Oblak e realizzando la rete che ha portato gli uomini di Allegri a degli insperati, dopo l'andata, quarti di finale. Il campo ha dunque parlato sorridendo ancora una volta alla Vecchia Signora.

Post-partita sono tantissimi gli argomenti da toccare: da Allegri a Bernardeschi, passando per Spinazzola ed Emre Can per finire con Cristiano Ronaldo. Per prima cosa vanno fatte le scuse al tecnico livornese, letteralmente divorato da critica e "supporter" dopo la sconfitta dell'andata. Nel match di ieri l'allenatore bianconero ha dimostrato di avere l'inventiva e la stoffa giusta per essere considerato uno dei migliori sulla piazza continentale: l'intuizione della posizione ibrida di Emre Can e l'inserimento di Bernardeschi e Spinazzola sono state le mosse giuste per sparigliare una squadra tecnicamente preparata come quella di Simeone. Passando a Bernardeschi non si può non elogiare il suo spirito di sacrificio che, unito al talento innato ed all'ottima personalità, lo hanno elevato ad uno dei migliori della truppa bianconera, corsa, voglia e tanta qualità, se il numero 33 si dovesse confermare su questi livelli anche nel finale di questa stagione Allegri avrebbe un motivo in più per sorridere. Altre note liete della serata sono state un indemoniato Spinazzola, arrembante e travolgente fin dai primissimi minuti di gioco e capace di saltare con continuità i propri diretti avversari, ed Emre Can che ha messo a tacere tutti coloro che mugugnavano per il suo acquisto, dimostrando un'intelligenza tattica davvero al di fuori del comune.

Capitolo a parte lo merita quel signore con la maglia numero 7. Terminata la partita si è presentato davanti ai microfoni affermando che la Juve lo ha acquistato proprio per fare questo, una scena tremendamente simile all'arrivo di Harvey Keitel in Pulp Fiction, quando presentandosi a Quentin Tarantino alias "Jimmie Dimmick" afferma "Sono mister Wolf, risolvo problemi". Ronaldo è dunque arrivato alla Juventus, per sua stessa ammissione, per risolvere il problema più grande dei bianconeri, quello legato alla coppa dalle grandi orecchie, trofeo storicamente ostico per i bianconeri. Dopo un avvio di partita impressionante il portoghese si è fermato come se volesse studiare gli avversari, per poi riapparire nel momento giusto, realizzando la rete del 1-0, caricando ulteriormente pubblico e squadra. In apertura del secondo tempo, quando l'Atletico poteva uscire più organizzato dagli spogliatoi ha poi realizzato il secondo gol, saltando più in alto di uno dei difensori più fisici del palcoscenico internazionale e costringendo Oblak ad un miracolo, rivelatosi poi vano per l'intervento della Goal Line Technology. Infine dopo l'assegnazione del rigore si è capito perché Ronaldo è uno dei giocatori mentalmente più forti del pianeta: la determinazione con cui è andato a prendere il pallone, la concentrazione e la ferocia nel calciare dal dischetto in un frangente così delicato le hanno solo i grandissimi.

Ora per la Juventus non resta che attendere il sorteggio di venerdì per capire quale sarà la sua prossima avversaria. L'importante per la truppa di Allegri ora è non sedersi sugli allori di una grandissima prestazione ed anzi dare continuità ad essa per dimostrare di aver fatto, finalmente, quello step mentale che troppe volte li ha condannati al di fuori dei confini nazionali.