Yerry Mina è un nuovo giocatore del Barcellona. Non è parente né di Gianni Minà - sebbene abbia bazzicato spesso e volentieri in quelle zone del mondo - né può essere ricondotto ad Anna Mazzini che dalla Svizzera si è mossa ben poco negli ultimi 30 anni. Questo ragazzo colombiano di mestiere farebbe il difensore centrale, ma provare a trovargli un ascendente famoso e noto in un altro ramo potrebbe convenirgli visto il bruttissimo rapporto che ha il club catalano con coloro i quali giocano al centro della difesa. Partiamo dall'assioma principale: il Barcellona a fare mercato l'è minga bun - come dicono a Milano -, ma disponendo di soldi illimitati come fosse un teenager davanti a GTA ogni tanto qualcosa di buono riesce a raccattarlo. Se in attacco la proporzione è 1:1 con i Suarez e i Neymar che equilibrano i Paco Alcacer e i Maxi Lopez, in difesa la proporzione assume le sembianze di una cartina fisica della Valle d'Aosta perché dall'anno domini 2006 (quello successivo alla prima Champions League conquistata) a salvarsi ci sono fra i 3 e i 4 difensori centrali di ruolo - dipende da come si giudica il rendimento di Mathieu - sulla bellezza di 11 acquisti. Totale della spesa 160,5 milioni (dati Transfermarkt) con buona pace di Platini, della UEFA, del FPF, di Pippo, Pluto e finanche Paperino.

Posto che si augura a Mina il meglio - d'altronde un assistito di Faustino Asprilla non può che meritare il meglio e tutto l'amore da parte di noi italici -, andiamo a ricordare l'epopea dei difensori centrali in Catalogna.

DISCLAIMER: non si troverà in questa lista Mascherano perché è un centrocampista centrale e sempre lo sarà.

In principio fu Thuram il primo centrale messo sotto contratto dal Barcellona che, approfittando dei saldi a Vinovo, portò il francese e Zambrotta al Camp Nou per una cifra complessiva di 19 milioni, dei quali 5 dedicati al difensore francese: non vinse nulla il Barcellona con Thuram in campo, ma comunque il miglior difensore francese degli ultimi 20 anni non sfigurò in blaugrana. In seguito arrivò Milito, ma purtroppo per i tifosi del Barça - meno per quelli dell'Inter - si tratta di Gabriel: 76 presenze complessive nell'arco di 4 stagioni quasi tutte collezionate nella stagione 2007/08 acquistato per la modica cifra di 20 milioni. Sicuramente una buona dose di sfiga perché saltò più di un anno a causa della rottura del crociato, però un rendimento comunque non indimenticabile nella memoria dei tifosi bluagrana che - infatti - ricorsero immantinente al mercato portandosi a casa un titolare della nazionale uruguaiana come Martin Caceres pagandolo 16,5 milioni, una promessa brasiliana al secolo Henrique Adriano Buss (sì, quell'Henrique lì che ha giocato a Napoli) per la modica cifra di 8 milioni - senza che comunque calcò mai il terreno di gioco - e un giovincello dal Manchester United che serviva a sistemare le liste UEFA dato che proveniva dal Juvenil A del Barça: tale Piqué Bernabéu che costò 5 milioni a 21 appena compiuti. Col senno di poi quelli per Caceres ed Henrique potevano essere investiti meglio, tipo in caracoles o in pastissets, con 25 milioni circa ci viene fuori qualcosa di decente.

I prodotti della cantera, quelli belli (Getty Images)

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Ma comunque, fin qui, due ebbero un senso come acquisti e due meno (il povero Henrique entra negli annali solo perché acquistato, non perché effettivamente abbia fatto pietà con la maglia del Barça), una proporzione onesta, se non si conta il fatto che quelli che resero maggiormente costarono la metà del solo Milito - e questo doveva già riflettere -. Il tutto prese la piega che conosciamo oggi quando il 31 agosto 2009, un mese dopo aver annunciato Ibrahimovi?, il Barça annunciò Dmytro Anatolijovy? ?yhryns'kyj per la modica cifra di 25 milioni di euro. Gare all'attivo in blaugrana 14, dunque si può dire venne pagato 1,8 milioni a partita - senza contare lo stipendio -. Anche questi soldi, ad occhio, potevano essere investiti meglio durante il viaggio in Ucraina della dirigenza catalana, ma lasciamo a voi avanzare delle proposte.

Qui ?yhryns'kyj in uno dei suoi highlight in maglia blaugrana (Getty Images)

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Passarono 5 estati prima che il Barcellona arrivasse a comprare un difensore centrale - Mascherano non lo è! - e nella torrida calura estiva del 2014 approdarono in Catalogna Thomas Vermaelen e Jérémy Mathieu per una cifra complessiva di 39 milioni di euro. Il primo 31 presenze, un'esperienza alla Roma - da dimenticare - e tanta, tanta panchina, il secondo ne ha collezionate 91 di gare con la maglia del Barça quasi tutte nelle prime due annate, ma tecnicamente nasce come terzino e comunque per non saper né leggere né scrivere i blaugrana se ne sono liberati in estate cedendolo in prestito allo Sporting CP in modo da non poter dire di aver trovato una volta tanto un difensore centrale decente.

Bisogna arrivare al 2016 per poter dire che il Barcellona ha trovato sul mercato un difensore decente, ma ci è voluto un po' di tempo affinché ne prendessero conoscenza dalle parti di Sant Joan Despí: altri 25 milioni sborsati, questa volta per Samuel Umtiti. Anche qui si potrebbe argomentare sul fatto che siano un filino troppi, ma visto e considerato che a Liverpool hanno pagato qualcosa come 85 milioni di euro per Virgil van Dijk - che sta ancora cercando Shaqiri a Celtic Park - questa cifra non pare più così spropositata

85 milioni li vale solo per essere riuscito a far sembrare forte Shaqiri per una notte (Getty Images)

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Finito il periodo europeo - un po' il periodo blu picassiano - si è gradatamente passati al periodo sudamericano, ovvero il periodo rosa per mantenere il paragone: in due sessioni consecutive sono arrivati prima Marlon dal Fluminense, prestato subito al Nizza per farlo crescere e ambientare - strategia sensata per una volta - e ora Yerry Mina.

Al pupillo di Asprilla noi auguriamo il meglio nella sua avventura catalana, che possa essere piena di gioie e di vittorie, così come quella con i Cafeteros già a partire dal mondiale alle porte perché no. Nel frattempo, però, fossimo in lui proveremmo a vedere se qualche parentela alla lontana con la Mazzini e/o con Minà la abbia: non si sa mai che alla fine della fiera gli convenga una carriera nel mondo dello spettacolo piuttosto che una simile a quella di ?yhryns'kyj. 

Alla fine, guardando bene, una somiglianza la si nota pure (Getty Images)

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