La potremmo definire la maglia della discordia, visto il polverone di polemiche che si è alzato dal giorno della sua presentazione fino ad oggi, ma in fondo c'era da immaginarselo e come.

Quando si va a toccare l'orgoglio nazionale e tutto quello che ne fa parte, è logico attendersi prese di posizione e dibattiti più o meno animati, come in questo caso in cui ad essere protagonista è la nuova terza maglia della nazionale di calcio italiana.

Il colore verde è stato il primo fattore lampante che ha colpito l'opinione pubblica, ma non è stato il solo, visto che anche lo stemma ha lasciato molto a desiderare... uno stemma che va a perdere il suo significato e dove non si vede più il tricolore, un segno della storia del nostro paese.

Questa terza maglia, che si ispira ai tessuti del Rinascimento, riprende la storica maglia utilizzata dall'Italia in occasione della sfida contro l’Argentina del lontano 1954. In quella circostanza la nostra Nazionale si impose con un rotondo 2-0.

A distanza di oltre mezzo secolo, la divisa Rinascimentale farà il suo debutto in occasione della partita contro la Grecia e sarà comunque un evento che verrà ricordato, tra le curiosità e gli aneddoti della nazionale azzurra.

La polemica sui social non si è fatta certo attendere, ad intervenire anche il popolare giornalista Bruno Vespa che non le ha mandate a dire, scrivendo: “L’Italia gioca con la maglia verde, sarà anche bella ma quella azzurra è più bella. Perché è la nostra. Non si svende la storia“ .

Prima di lui, lo stesso CT Roberto Mancini davanti ai microfoni aveva confessato di essere tradizionalista per quanto concerne la maglia di una squadra di calcio, dunque non possiamo certo considerarlo entusiasta di questa divisa dal colore discutibile.

Siamo forse davanti ad un'operazione commerciale?

La realtà parla di un'operazione di marketing commerciale per incrementare il fatturato, che apre una nuova fase della vita della Federcalcio e della nazionale azzurra, puntando con decisione sul merchandising.

Dovremo abituarci a ragionare diversamente purtroppo, come se si trattasse di una grande squadra di club, quindi con tutti i pro ed i contro che questa situazione comporterà.

Il colore verde nella notte dell'Olimpico non sarà un'eccezione ed anzi, anche contro l'Armenia in novembre sarà utilizzato e poi chissà, sperando che quando si dovranno giocare partite di grande importanza e di richiamo popolare, ci sia il rispetto del colore azzurro (o bianco quando il match lo richiede) che ha scritto la storia della nazionale nei suoi successi dagli anni '30 al 2006.