Dopo ventitré giornate di campionato la Juventus è prima in classifica, almeno virtualmente a pari punti con l'Inter di Conte e con una lunghezza di vantaggio sulla sorprendente Lazio di Simone Inzaghi. Rispetto alle due contendenti la squadra bianconera ha una partita di vantaggio, essendo già scesa in campo ieri sera contro l'Hellas in quel di Verona.

Ieri sera i bianconeri sono usciti sconfitti per la terza volta in trasferta in questo campionato, ma oltre alla sconfitta c'è ben altro su cui riflettere. La trasferta di Verona ha certificato quello che da diverso tempo si dice sulla Juventus di Sarri. Se ad inizio stagione era normale aspettarsi dei passi falsi nel processo di nascita della nuova corrente bianconera, dopo così tanti mesi non è più accettabile vedere giocatori che non sanno come comportarsi se la squadra avversaria intasa le vie centrali alzando forsennatamente il pressing sui portatori di palla.

Il Verona, come già fatto da qualche partita a questa parte, ha trovato la sua quadratura alzando moltissimo il baricentro della squadra in fase di non possesso e portando i quinti di centrocampo ad attaccare gli esterni difensivi avversari già nei pressi dell'area di rigore, a questo poi va aggiunto lo straordinario lavoro fisico di Amrabat, costantemente incollato agli scarpini di Pjanic, che ha reso difficoltoso qualsiasi tipo di giro palla anche solo abbozzato dai giocatori bianconeri. Bonucci e soci sono stati praticamente costretti a saltare sistematicamente il centrocampo alla ricerca di una sponda o una giocata dei campionissimi davanti, ma anche questa veniva resa molto difficoltosa dalla grande attenzione posta dal terzetto difensivo scaligero. A questo va poi aggiunta la serata negativa di Higuain che dopo la prima occasione iniziale si è ridotto ad un lavoro sporco alla ricerca di qualche sponda utile per innescare Ronaldo o Douglas Costa, finendo però con l'essere spesso impreciso.

Anche in fase di non possesso la Juventus sembrava essere impreparata, la decisione di tenere ancora una volta gli esterni difensivi molto vicini ai due centrali ha permesso al Verona di applicare la loro tattica più efficace. Già da qualche giornata Juric ha infatti optato per un tridente senza centravanti di ruolo, con i due giocatori più arretrati che hanno il compito di allargarsi sull'esterno per andare a formare un due contro uno con gli esterni difensivi avversari, permettendo a Lazovic e Faraoni di cercare cambi di gioco utili per pescare il lato debole dei difendenti. Così era nato, ad esempio, il gol di Faraoni contro il Milan, allo stesso identico modo il Verona ha rischiato ieri sera di fare più volte male ai bianconeri.

La sensazione complessiva è che il tecnico non abbia ancora trovato l'amalgama giusta con i protagonisti sul campo e non riesca ad imporre la sua filosofia di gioco. Il Sarri-ball visto a Napoli è ancora troppo lontano o forse irraggiungibile per questa Juventus, quindi meglio cercare altre soluzioni, più congeniali al tipo di giocatori presenti nella rosa bianconera e che possano portare nuovi successi e nuova fiducia a tutto l'ambiente.

Nel complesso resta dunque pochissimo da salvare della brutta serata della Juventus. Dal grigiore generale restano solamente due flebili scintille, rappresentate ancora una volta dai due più giovani andati in campo dal 1'. Sia de Ligt che Bentancur, al netto dell'errore sul primo gol scaligero, hanno dato la sensazione di essere due giocatori solidi, più esperti di quello che racconta la loro carta d'identità. Per la Juventus questi due possono rappresentare un'ottima base su cui puntare per il futuro, quando il ricambio generazionale sarà fisiologico.