Tre scudetti e tre Coppa Italia di fila, due finali perse di Champions League, un altro tricolore nel mirino con annessa coppa di lega, il tutto corredato da una Supercoppa Italiana: è questo ad oggi il curriculum di Massimiliano Allegri da allenatore della Juventus, un ciclo che, unitamente a quello di Antonio Conte, è già nella storia del calcio considerando una serie di record che è inutile adesso stare a ricordare. Nonostante tutto ciò, però, il rapporto fra l'allenatore livornese e il tifo bianconero, ed anche con una (larga) parte di critica non è stato mai totalmente idilliaco, vuoi perché ex allenatore dell'ultimo grande Milan e, da tale, protagonista di rumorose polemiche nei confronti della Vecchia Signora, vuoi perché "colpevole" di aver sostituito proprio Antonio Conte, paladino della tifoseria juventina e simbolo del riscatto bianconero dopo gli anni bui del post-Calciopoli. Ovviamente ci sono anche ragioni di puro estetismo calcistico dietro a questa mancata scintilla, ma, numeri alla mano, ci sarebbe poco da storcere il naso nei confronti di un allenatore capace di guidare una squadra verso i traguardi raggiunti dalla Vecchia Signora ultimamente: facile oggi tornare a discutere di vecchie ruggini platoniche dopo la pesante sconfitta interna in casa col Real Madrid di Cristiano Ronaldo, ma la cronaca questo impone, e questo dunque è l'argomento del giorno.

Togliamo subito il dente: il tempo di mister Allegri in quel di Vinovo è finito, al di là di come si concluderà questa stagione. Non è un'esagerazione, ma appare evidente come il rapporto fra tutte le parti in causa sia ormai arrivato al capolinea. Allegri può dare di più a questa Juve rispetto a quanto dato, a 360 gradi, in questi quattro anni? La Juventus può mettere nelle mani di Allegri qualcosa di meglio di quanto fornitogli secondo anche indicazioni dell'allenatore in questione? Sono domande retoriche, a maggior ragione considerando che, tranne qualche rarissima eccezione, è la storia ad insegnarci che un progetto tecnico non può durare più di un determinato periodo, in Italia soprattutto. La Juve, inoltre, ha l'obbligo di rinnovare l'entusiasmo che comunque la accompagna da ormai parecchie stagioni per tentare di confermarsi ancora in terra propria, e cercare di non far scappare più di tanto le strapotenze europee che comunque sono destinate a scavare un solco sempre più evidente fra sé ed il resto del mondo: sarebbe necessario un cambio gestionale politico di federazione, non può dipendere solo dalla dirigenza di Corso Galileo Ferraris, ed allora in quelle stanze vanno prese determinate scelte per tentare di restare a galla.

Si ribadisce, non è un tiro al bersaglio contro Allegri perché ha preso una sonora scoppola contro il Real Madrid, questo Real Madrid di questo Ronaldo, ma è una considerazione che si raggiunge dopo un lunghissimo cammino di soddisfazioni, per quanto ci siano evidenti lacune che non sono state sufficientemente trattate: la gestione fisica del gruppo (l'elevato numero di infortuni muscolari non è un'eccezione di quest'anno), l'adeguarsi a mercati attendisti o disordinati (esempio: Matuidi ottimo colpo, ma era quel tipo di mediano che serviva a questa squadra?), l'ostracismo, o meglio, la difficoltà a fidarsi di chi probabilmente avrebbe meritato più spazio (Morata o Alex Sandro in passato, o Douglas Costa nei mesi scorsi, o Rugani e Marchisio lungo l'arco della stagione), l'insistere in esperimenti redditizi a tempo determinato o proprio fuori luogo, addirittura apparentemente provocatori in alcune circostanze (Padoin regista al suo secondo anno nella fase iniziale della stagione, Mandzukic esterno sinistro, Sturaro terzino destro, così senza ragionarci più di tanto), il poco coraggio di rinfrescare le proprie scelte preferendo l'usato sicuro sempre e comunque (non ce ne vogliano Buffon e Barzagli). Tante piccole sfaccettature che a lungo andare "stancano", creano rischi di cortocircuito, questo il motivo principale per evitare appiattimenti: Allegri, protagonista indiscusso della leggenda bianconera, deve cambiare aria per arricchire la sua favola di nuove esperienze, la Juve necessita di una nuova guida tecnica per ripartire di slancio e non fare la fine fatta da altre big anche nel recente passato.

Prima, però, si ricordava in partenza, ci sono gli ultimi due capitoli di questa tormentata meravigliosa storia d'amore da scrivere: mettere in fila il Napoli in campionato ed il Milan in Coppa Italia, anche per ricordare un po' a tutti (anche al sottoscritto, perché no?) che in fin dei conti nel calcio conta solo una cosa. I fatti, il risultato, o comunque un corredo di tutto rispetto in tal senso, perché la bellezza prima o poi passa per tutti, anche per Sophia Loren.