Dopo l’assegnazione del Liverpool pescato tra le squadre di prima fascia, finire nel girone coi campioni d’Europa, che lo scorso anno sono stati causa di un’amarissima e paradossale eliminazione, ha fatto nuovamente temere il peggio ai tifosi del Napoli. Poi, complice una meno spericolata distribuzione delle fasce, il Salisburgo prima e il Genk poi, hanno restituito maggiore sollievo ai tifosi del Napoli. Gli austriaci e i belgi non vanno di certo sottovalutati, come bene si conviene in ogni competizione europea, ma le due compagini provenienti dalla terza e quarta fascia confortano Ancelotti sulla possibilità di superare il gruppo E. Il Napoli dalla costante partecipazione all’Europa ha maturato troppi spauracchi e battaglie per poter temere il Salisburgo e il Genk, benché la storia della Champions imponga prudenza e umiltà.

Liverpool e Salisburgo rievocano ricordi ancora vivi

E pensare che il gruppo E ha ripescato due avversari che il Napoli ha affrontato proprio nell’ultima stagione. Il Liverpool in Champions, battuto al San Paolo e fatale in Inghilterra con quell’1-0 letale per i sogni di qualificazione degli azzurri, e il Salisburgo eliminato agli ottavi di finale di Europa League, prima che Insigne e compagni sbattessero contro i gunners ai quarti. 

+

Il Liverpool di Jürgen Norbert Klopp, detentore del titolo e anche quest’anno tra i grandi favoriti per la conquista del trofeo, non ha bisogno di presentazioni. La “riaggressione” che caratterizza l’atteggiamento tattico dei reds, da tutti conosciuta come gegenpressing, ha ormai piantato i vessilli dorati della corazzata britannica davanti al carisma di un organico tanto costoso quanto ormai in piena armonia con se stesso e col suo gioco rapido e imprevedibile. Il doppio ingrediente qualità e fisicità, che meglio di tutti in questi ultimi anni ha saputo combinare gli elementi più importanti della storia del calcio, caratterizza le meccaniche molto efficaci che si muovono dietro Firmino, Salah, Mané e Origi

Come gioca il Liverpool lo sanno tutti. O, meglio, molti pensano di averlo capito. Un po’ meno quando le squadre si trovano ad affrontarlo. Al Napoli l’arduo compito di restituire alla storia di un nuovo girone lo stesso livello di prestazioni della scorsa annata, quando i partenopei si sono dimostrati in grado di poter competere con la squadra che mesi dopo avrebbe poi conquistato la coppa.

+

Il Salisburgo (a proposito di gegenpressing) eliminato nella scorsa stagione, invece, ha subito non poche modifiche. Diverse cessioni hanno rielaborato un organico che molto bene si era comportato nelle ultime edizioni di Europa League. Schlager e Samassékou non sono più le fonti di gioco degli austriaci, che, tuttavia, hanno trattenuto in organico André Ramalho Silva e Minamino, con l’innesto dell’under 21 norvegese Erling Braut Håland, inserito dalla UEFA nella speciale classifica dei 50 giovani talenti più promettenti del calcio europeo in vista della stagione 2019\2020. Reparto offensivo completato con Smail Prevljak, attaccante nel giro della nazionale bosniaca. 


Andreas Ulmer è il terzino capitano di una squadra che per questa stagione ha ceduto diversi calciatori in prestito e ha puntato a un rinnovamento del gruppo che deve ancora rivelare eventuali evoluzioni. Jesse Marsch, nuovo allenatore degli austriaci, si ritrova ad affrontare una nuova transizione per un progetto tecnico che negli ultimi anni ha registrato grandi progressi soprattutto nel settore giovanile (fino allo scorso anno tra i migliori d’Europa), ma che ha saputo mettersi in evidenza anche attraverso la prima squadra che è riuscita a centrare anche l’obiettivo di qualificarsi alla fase a gironi della Champions League.

+

Il Genk sfornacampioni

Il Koninklijke Racing Club Genk è un avversario nuovo per la storia dei partenopei. Il giovane club nato dalla fusione tra il Waterschei Thor e il K.F.C. Winterslag ha poco più di trent’anni, ma è comunque tra le squadre di punta del calcio belga arrivato a diversi successi nazionali dopo che i suoi progenitori sono stati costretti ad affrontare problemi finanziari. L’attuale società, diversamente, ha saputo elaborare una modello organizzativo in grado di dare alla luce un grande impianto di riferimento per la preparazione tecnica e atletica del settore giovanile e della prima squadra. La Jos Vaessen Talent Academy accoglie e segue i futuri potenziali calciatori sin dall’infanzia portando i più meritevoli in prima squadra. 

La scuola Genk negli ultimi anni ha tirato su calciatori come Kevin De Bruyne, Yannick Ferreira Carrasco, Timothy Castagne, Steven Defour, Divock Origi, Sergej Milinkovic-Savic e Thibaut Courtois, solo per citarne alcuni. Ma il calciatore che più di tutti è emblematico per il confronto tra Napoli e Genk, caso vuole sia Kalidou Koulibaly, il difensore proveniente proprio dalla squadra belga, a suo tempo fortemente voluto da Rafa Benitez all’ombra del Vesuvio. Se, per assurdo (oggi purtroppo per molti club pensare di trattenere i talenti migliori è un assurdo), il Genk non avesse ceduto nessuno dei suoi calciatori migliori, oggi la squadra belga allenata dalla neo guida tecnica Felice Mazzu, conterebbe sul seguente undici titolare, volendo ipotizzarne uno: Courtois, Kara, Kabasele, Koulibaly, Bailey, Ndidi, De Bruyne, Milinkovic-Savic, Carrasco, Origi, Benteke. E non mancherebbero riserve altrettanto interessanti. 

Tornando alla realtà, il Genk di Philippe Clement ha giocato con un sistema tattico che prevedeva una notevole mobilità dei terzini e della mediana. A quest’ultima era assegnato il compito di guidare le transizioni difensive con pressing alto e aggressivo, con una marcatura a zona sia in movimento della palla che su calci piazzati. In attacco, invece, Mbwana Samatta e Dieumerci Ndongala sono di certo i nomi da tenere d’occhio per una squadra che, col nuovo allenatore, potrebbe rivelare nuove soluzioni tattiche.