Pochi mesi fa la Juventus ha messo a segno quello che in molti non hanno lesinato a definire il colpo del secolo, prelevando dal Real Madrid il cinque volte pallone d'oro Cristiano Ronaldo. Il fenomeno portoghese però non è stata che la ciliegina su di una torta costruita negli anni, aumentando vertiginosamente la qualità della rosa e portando a Torino altri campioni come i vari Dybala, Alex Sandro, Pjanic e così via.

Il calciomercato però non è sempre tutto rose e fiori ed anzi sovente regala qualche spina, soprattutto quando si va a cedere per pochi soldi giocatori rivelatisi poi discreti elementi, se non titolari, utili per la propria causa. Come tutti gli altri club anche la Juventus ha dunque sulla coscienza diverse cessioni che, con il senno di poi, si possono definire quantomeno sciagurate. Andiamo a vedere insieme quali sono stati i "peggiori" affari in uscita dei bianconeri negli ultimi anni, evitando però volutamente quei giocatori del calibro di Cannavaro e Ibrahimovic, si ceduti a cifre piuttosto contenute, ma pur sempre in un'estate, quella post-Calciopoli, affetta da un caos invalidante il principio di questa speciale top11.

Morgan De Sanctis - Negli ultimi anni la Juventus non può certamente lamentarsi dei propri portieri. Tuttavia, prima dell'arrivo di Buffon nel lontano 2001 e che di fatto rende qualisasi discorso relativo a possibili 'rimpianti' praticamente superfluo, i bianconeri avevano per le mani un giovanissimo De Sanctis, acquistato all'epoca chiuso però dai ben più esperti Peruzzi e Rampulla. Dopo quattro presenze, accumulate tutte nella stagione 1998-99, De Sanctis venne ceduto all'Udinese e da lì iniziò il suo percorso di crescita che lo portò ad affrontare la Juventus da protagonista prima con la maglia del Napoli e poi con quella della Roma. D'accordo che le presenze di Chimenti in 6 anni di vice Buffon sono state appena 13, ma forse, piuttosto che i vari Manninger, avere De Sanctis dalla propria parte sarebbe stato decisamente meglio.

Domenico Criscito - Fatale per lui fu una sfida contro la Roma, un clamoroso errore in marcatura su Totti ed il conseguente gol misero fine alla promettente carriera di Criscito tra le fila bianconere. Dopo un lungo tira e molla con il Genoa tra prestiti e comproprietà venne definitivamente ceduto ai liguri per 6 milioni di Euro nell'estate del 2010. Con il Grifone, Criscito si è dimostrato negli anni difensore solido ed affidabile, adatto alla Serie A ed apprezzato anche sui palcoscenici internazionali, tanto da attirare l'attenzione dello Zenit San Pietroburgo che nel giugno 2011 lo acquistò per 11 milioni di Euro, quasi il doppio di quello incassato dalla Juventus solamente pochi mesi prima. In Russia capitano, nella Juve post ritorno in Serie A, probabilmente, avrebbe sicuramente giocato la sua parte.

Andrea Masiello - In un primo momento arriva a Torino in prestito dalla Lucchese, dove inserito nella formazione primavera guidata da mister Chiarenza si conquista la fiducia della società bianconera tanto da essere acquistato al termine dell'annata 2004-05. Nella stagione successiva viene mandato in prestito all'Avellino, mentre nell'estate 2006 il suo cartellino viene prelevato in comproprietà dal Siena con cui, però, non scende mai in campo. Nel gennaio dell'anno successivo la Juventus riacquista l'intera proprietà del cartellino per poi cederlo ancora una volta in compartecipazione, questa volta al Genoa. Con la maglia dei liguri mette a referto diverse presenze, tanto da meritarsi il riscatto definitivo. Nel prosieguo della carriera viene travolto dallo scandalo del Calcioscommesse, ma una volta terminata la sua condanna si dimostra un giocatore degno di calcare i campi di Serie A, ritagliandosi un ruolo da protagonista con la maglia dell'Atalanta. Anche lui, un po' come De Sanctis, difficilmente avrebbe trovato spazio da titolare alla Juventus, che dal 2010 può contare su una coppia granitica come quella formata da Bonucci - Chiellini, la cui forza e amalgama rende un po' provocatorio il termine rimpianto; contemporaneamente, però, Masiello avrebbe risparmiato ai bianconeri diversi investimenti sbagliati per completare il pacchetto arretrato, e ancora oggi, forse, potrebbe rappresentare una preziosa alternativa.

Federico Balzaretti - Accettò di scendere in Serie B dopo il ciclone Calciopoli, ma venne poi ceduto alla Fiorentina nel gennaio del 2007. Terzino mancino dotato di discreta tecnica e ottima proprietà di corsa, soprattutto negli anni della ricostruzione della squadra, culminata poi nella prima annata dello scudetto di Antonio Conte, le sue qualità avrebbero forse aiutato la crescita della squadra. Rimpianto parzialmente attenuato dai grossi problemi fisici che a soli 33 anni lo hanno costretto al ritiro.

Simone Perrotta - Prelevato ventunenne dalla Reggina, club con cui si era formato, resta con la Juventus solamente una stagione, successivamente il suo cartellino viene acquistato prima in comproprietà e poi a titolo definitivo dal Bari. La carriera di Perrotta però decolla definitivamente dopo il suo passaggio al Chievo, con i clivensi si impone come uno dei migliori incursori della Serie A, tanto da meritarsi l'attenzione della Roma. Con i capitolini si ritaglia un ruolo da protagonista, diventando un punto fermo dei giallorossi e della Nazionale. Con gli azzurri si laurea anche Campione del Mondo del 2006.

Antonio Nocerino - A differenza degli altri giocatori finora menzionati ,Nocerino entra a far parte del mondo bianconero già da giovanissimo, all'età di 13 anni. Con i bianconeri si forma prima di iniziare il suo giro per l'Italia alla ricerca di una realtà che lo valorizzi: la proprietà del suo cartellino resta in Piemonte fino al 2008, quando la dirigenza juventina lo inserisce nell'affare che porterà Amauri in bianconero. L'italo-brasiliano, alla Juve, deluderà in maniera piuttosto fragorosa rispetto alle aspettative, mentre Nocerino una volta arrivato al Milan si dimostrò un elemento importante per i rossoneri, capace di sfruttare tutti i varchi creati da Zlatan Ibrahimovic, e di avere un certo feeling con il gol.

Tiago Mendes - Alla Juventus, senza troppi giri di parole, non fece innamorare nessuno. Quando venne ceduto all'Atletico Madrid il rammarico sembrava essere pari a 0, anche se negli anni il centrocampista portoghese ha saputo conquistarsi il titolo di 'rimpianto'. In Spagna 8 stagioni, di cui almeno 5 da protagonista. E il palmares parla per certi versi da solo: 1 coppa di Spagna, 1 campionato, e 1 Supercoppa, oltre ad un'Europa League e due Supercoppe Europee.

Michael Laudrup - Si torna indietro di qualche anno (e forse un pelino fuori tempo massimo il range analizzato in questa top), ma è una digressione per certi versi obbligatoria. Dopo 109 presenze in bianconero passa al Barcellona in una modalità che oggi definiremmo parametro zero, all'epoca era semplicemente alla scadenza del contratto. Con i catalani entra a far parte di una squadra destinata ad entrare nella storia del calcio, dominatrice in Spagna e vincitrice anche della Champions nel 1992. Come se non bastasse, dopo tanti anni in catalogna ci fu il trasferimento al Real, dove giocò due stagioni da protagonista e vinse un'altra edizione della Liga.

Thierry Henry - Il più grande rimpianto della storia recente della Juventus. Arrivato in Italia molto giovane la sua avventura in bianconero fu segnata da una monolitica incomprensione tattica con il tecnico di allora, Carlo Ancelotti. L'attuale allenatore del Napoli vista la sua rapidità lo impiegò a più riprese come esterno di centrocampo con risultati ovviamente deludenti. Il francese restò a Torino solamente pochi mesi prima di trasferirsi all'Arsenal. E da lì, come si suol dire, il resto è storia nota.

Christian Vieri - All'epoca fu ritenuto un gran colpo di Luciano Moggi, capace di acquistarlo dall'Atalanta per "soli" 7,3 miliardi di Lire. Un acquisto lungimirante visto che l'attaccante, al tempo del suo passaggio alla Juventus, aveva solamente ventitré anni e gli si prospettava un futuro radioso davanti. Quando un anno più tardi, però, arrivò l'offerta dell'Altetico Madrid, il tentennamento iniziale della dirigenza juventina cedette il passo alla prospettiva di una plusvalenza così importante. Quello di cui Moggi e soci non avevano messo in conto era appunto la giovane età di Vieri e le sue straordinarie qualità realizzative. L'Atleti lo rivendette un anno dopo per 55 miliardi alla Lazio, mentre i capitolini ne incassano ben 90 dall'Inter all'alba della stagione 1999. La fretta, in questo caso, è stata una cattiva consigliera.

Ciro Immobile - Così come per diversi protagonisti di questa top 11, Immobile arriva alla Juventus in giovanissima età. L'attaccante viene inserito subito nella primavera bianconera con cui vince subito il Torneo di Viareggio e si mette in mostra tanto da meritarsi diverse chiamate in prima squadra. L'esordio in Serie A arriva il 25 novembre 2000, seguito dai prestiti a Siena e Grosseto. E' però a Pescara sotto la guida di Zeman che Immobile conosce la sua esplosione, quando viene poi acquistato in comproprietà dal Genoa per 4 milioni di Euro. Nel giugno 2012 la comproprietà viene rinnovata, ma questa volta le prestazioni sportive sono a favore del Grifone. La Juventus, dopo aver riscattato il cartellino dal Genoa, ne cede nuovamente la metà al Torino, prima della cessione definitiva ai cugini granata per 8 milioni di Euro nell'estate del 2014. Ora, 4 anni e mezzo più tardi, il cartellino di Immobile, capocannoniere dell'ultimo campionato, vale circa 50 milioni di Euro.

Allenatore Didier Deschamps: L'immaginario collettivo potrebbe indurre a suggerire Carletto Ancelotti: suggestione corretta, ma la realtà dei fatti è che tra l'attuale tecnico del Napoli e l'ambiente bianconero feeling non c'è mai stato. E ritenere un rimpianto ciò che non sarebbe mai potuto accadere potrebbe non essere corretto. Dopo aver indossato la maglia della Juventus da giocatore, Didier Deschamps viene chiamato sulla panchina bianconera per risalire l'inferno della Serie B dopo gli eventi di Calciopoli. Pur vincendo il campionato cadetto con tre giornate d'anticipo nonostante l'handicap di una penalizzazione iniziale, Deschamps non termina la stagione sulla panchina bianconera rescindendo il contratto a due partite dal termine. Nel 2012, dopo aver guidato anche l'Olympique Marsiglia, viene nominato selezionatore della Nazionale Francese. Proprio come tecnico dei galletti si è laureato pochi mesi fa Campione del Mondo in terra russa, facendosi rimpiangere da quella fazione di tifosi bianconeri che a tutt'oggi non vede ancora di buon occhio mister Allegri.