Milan e Napoli in Coppa Italia ripropongono una sfida che è stata una classica nelle edizioni degli anni ’70 e un cameo di gala nella stagione 1989-90, quando in quel periodo rossoneri e partenopei si davano battaglia anche per il titolo nazionale.

Un quarto di finale è già stato disputato in un’edizione anteguerra, nella stagione 1935\36, quando il Milan aveva avuto ragione del Napoli prima di arrestarsi in semifinale per mano dell’Alessandria. Quasi quarant’anni dopo, invece, il confronto tra il diavolo e il ciuccio avrebbe caratterizzato la competizione per quasi tutto il decennio. Dal 1970 al 1978, Milan e Napoli si sono affrontate sei volte. La sfida più significativa resta sicuramente la finale disputata nel 1972, coi rossoneri usciti vittoriosi col risultato di 2-0. A segno, in quella partita, Panzanato e Rosato. Il primo, però, giocava con la maglia azzurra, e aveva segnato nella porta sbagliata, aprendo le marcature a favore degli avversari. Quello uscito vincente da quell’atto finale era il Milan di Rivera, Prati, Schnellinger e Cudicini. Una squadra, allenata dallo storico mister Nereo Rocco, che in quel periodo ha scritto pagine prestigiose nella storia del calcio nazionale e internazionale. 

Il Napoli, invece, aveva avuto ragione del Milan nell’edizione precedente, grazie a un pareggio conquistato in trasferta e a una vittoria per 3-2 al San Paolo. Eppure, non era bastato, perché proprio il Milan, insieme al Torino, si era classificato primo in quello che nell’edizione di quell’annata era il raggruppamento finale, un mini campionato a quattro squadre da cui sarebbe uscita quella vincitrice. Fiorentina e Napoli si erano classificate terza e quarta, mentre i rossoneri avevano terminato il girone primi in condominio col Torino. Nello spareggio necessario per stabilire a chi dovesse andare il trofeo, i granata avrebbero poi battuto ai calci di rigore l’undici allenato da Rocco. Il Milan, però, in quegli anni riuscì a bissare il successo ottenuto in finale col Napoli nel 1972 anche nell’edizione successiva. Stavolta, a farne le spese fu la Juventus, in finale, ai calci di rigore. Durante il cammino verso l’ultima gara, il Milan aveva battuto due volte il Napoli nel girone di semifinale. 1-0 a Fuorigrotta e 2-0 a San Siro.

Nell’edizione del 1975\76, il Napoli ebbe la sua rivincita. Nuovamente davanti ai rossoneri nella doppia gara dentro il girone da cui sarebbe uscita una delle due finaliste, gli azzurri, allenati da Delfrati, riuscirono a battere il Milan sia in trasferta che in casa, qualificandosi come primi a danno anche di Fiorentina e Sampdoria. Il Napoli, in quell’occasione, fece proprio il trofeo nazionale, battendo in finale il Verona di Valcareggi con un netto 4-0. In gol Ginulfi, Braglia e due volte Savoldi, il “Mister miliardo” che tanto era costato al club campano, per un’operazione che aveva fatto la storia del calciomercato italiano.

L’anno dopo, ancora Napoli e Milan a confronto, stavolta con un doppio successo dei rossoneri che, in finale con l’Inter, avevano riportato a casa la Coppa Italia grazie al successo per 2-0 a discapito dei cugini nerazzurri. Inter che, ironia della sorte, ebbe la sua rivincita nell’edizione successiva, ma, stavolta, in finale col Napoli. Gli azzurri, invece, avevano eliminato proprio il Milan, nella corsa al primo posto nel girone di semifinale, grazie alla differenza reti e al doppio confronto in cui gli azzurri avevano conquistato un pareggio al Mezza e una vittoria al San Paolo.

Nella stagione 1989\90 rossoneri e partenopei si sono ritrovati per una semifinale di altissimo livello. Maradona e Careca da una parte e il Milan degli olandesi dall’altra. Erano gli anni delle sfide scudetto tra gli azzurri del Pibe e l’undici del grande modello tattico forgiato da Arrigo Sacchi. Quell’edizione della Coppa Italia fu anche caratterizzata da un episodio che scatenò non poche polemiche. Nel turno precedente, a Bergamo, il Milan aveva eliminato l’Atalanta grazie a un calcio di rigore di Baresi, conquistato da Borgonovo dopo una rimessa laterale con cui i rossoneri avrebbero dovuto restituire la palla ai padroni di casa, in vantaggio per 1-0. Su quella rimessa, però, si era avventato Borgonovo, rimasto a terra durante il rinvio fuori di un calciatore dell’Atalanta. Un difensore atalantino, intervenuto in maniera scomposta sul calciatore del Milan, lo aveva messo giù con un fallo, inducendo l’arbitro a decretare il rigore. Da lì, mille discussioni, durante e dopo la partita. Comunque, il Milan trovò il Napoli in quella che, secondo i pronostici, era la semifinale tra le due squadre favorite per la conquista della Coppa. Dopo lo 0-0 della partita di andata a San Siro, tutto si decise a Fuorigrotta dove il Milan riuscì ad avere ragione dei padroni di casa grazie al risultato di 3-1. 

Quell’annata, però, non aveva ancora detto l’ultima parola per le due principali protagoniste. Infatti, il Milan avrebbe perso la doppia finale con la Juventus, grazie a un goal di Galia subito in casa, ma, il 23 maggio, avrebbe conquistato la Coppa dei Campioni con la vittoria per 1-0 sul Benfica. Il Napoli, invece, avrebbe conquistato il secondo scudetto della sua storia proprio a discapito dei rossoneri, battuti in rimonta dal Ciuccio che, due anni dopo, si era preso la rivincita di una clamorosa rimonta subita proprio dal Milan di Sacchi in un campionato che gli azzurri si erano fatti sfuggire dopo averlo dominato a lungo.

Oggi Milan e Napoli si ritrovano in una gara di Coppa Italia in condizioni differenti, con gli azzurri più avanti in un percorso tecnico che li vede allenati proprio da uno dei protagonisti di quegli anni, quel Carlo Ancelotti in grado di raggiungere grandi successi sia da calciatore che da allenatore. Il Napoli si trova ad affrontare questa turno con un sistema offensivo collaudato e con uomini ormai consolidati dentro un’intesa che funziona da tempo. Il Milan, diversamente, affronta questa gara dopo un periodo di rielaborazione in quel reparto su cui i rossoneri avevano puntato con la carta Higuain, poi approdato al Chelsea (per poco non si sarebbe nuovamente ripresentata una sfida da ex) e, sempre durante i movimenti del mercato di riparazione, sostituito da Krzysztof Piatek, il polacco tanto voluto dal club rossonero. Tra gli aspetti di maggiore fascino, forse, c’è proprio la sfida nella sfida tra i due attaccanti entrambi polacchi. Milik da una parte e Piatek dall’altra. Ovviamente, per Carlo Ancelotti è una partita che rievoca un via vai di ricordi in una nuova traduzione al presente.