Il 1982 è anno di grandi bomber, di giocatori di talento e di sregolatezza. Per #LaClasseNonÈAcqua mettiamo dunque in campo una formazione molto offensiva, con due centravanti veri come Gilardino e Adriano, due esterni di grande estro come Donovan e Cassano e in mezzo tutto il talento di Kakà. Dietro la difesa non è eccellente ma affidabile.

Petr Cech, 20 maggio 1982

Indubbiamente uno dei migliori portieri della sua generazione: completo, continuo, affidabile. E con un caschetto, indossato dopo la frattura al cranio riportata nel 2006, che è diventato parte integrante della sua immagine. Dopo gli inizi in Repubblica Ceca e con il Rennes, nel 2004 lo acquista il Chelsea e impiega pochissimo per prendersi il posto da titolare che non mollerà più per dieci anni vincendo 4 Premier League, 3 Coppe di Lega, 4 FA Cup, 1 Champions League ed 1 Europa League. Nel 2015 il passaggio all'Arsenal dove arricchisce ulteriormente il suo palmares con una FA Cup. In Nazionale detiene il record assoluto di presenze (124).

Darijo Srna, 1 maggio 1982

Una vita a fare su e giù sulla fascia destra con quantità e qualità, tanto da essere stato schierato spesso da ala. Inizia la carriera nell'Hajduk Spalato dove esordisce ancora minorenne in campionato. Nel 2003 il passaggio allo Shakhtar Donetsk dove rimane una vita e anche qualcosa in più, vincendo campionati e coppe nazionali a ripetizione e da capitano alzando al cielo la Coppa UEFA 2008. Chiusa l'esperienza in Ucraina con una squalifica per doping, dallo scorso agosto è a Cagliari. Anche con la Croazia ha giocato spesso da capitano, lasciando la nazionale nel 2016 con il record di presenze.

Philippe Mexes, 30 marzo 1982

Il carattere fumantino gli ha impedito di avere una carriera degna delle sue qualità: fisico imponente, bravo nell'anticipo e negli 1 vs 1 con abilità pure nel gioco aereo. A 17 anni l'esordio in Ligue 1 con la maglia dell'Auxerre, nel 2004 l'arrivo in Italia con la maglia della Roma. Anni di alti, specie con Spalletti e con due Coppe Italia vinte da protagonista, e di bassi, complici infortuni variegati. Nel 2011 il passaggio al Milan dove segna gol bellissimi, come in Champions con l'Anderlecht, e pesanti, come a Siena; ma dove raccoglie anche espulsioni per pugni e reazioni spropositate. Nel 2016 decide di ritirarsi, dopo aver collezionato 29 presenze con i Blues.

Fabricio Coloccini, 22 gennaio 1982

Grandissimo talento precoce, su di lui in tanti erano pronti a scommettere una carriera luminosa che però, a conti fatti, non c'è stata. Non gli sono comunque mancate le soddisfazioni e le occasioni per mettere in mostra le sue qualità, soprattutto nel gioco aereo e nella resistenza. Titolare nel Boca Juniors a 17 anni, viene acquistato dal Milan ma con i rossoneri gioca solo spiccoli di partite andando in prestito al San Lorenzo, all'Alaves, all'Atletico Madrid e al Villarreal. Dopo 3 stagioni con il Deportivo va al Newcastle dove gioca 8 anni anche con la fascia da capitano, prima del ritorno in patria al San Lorenzo. Con l'Argentina U20 è stato Campione del Mondo, con l'Olimpica ha vinto l'oro nel 2004.

Joleon Lescott, 16 agosto 1982

È stato una delle colonne del Manchester City di Roberto Mancini, quello per intenderci che vinse la Premier League 2012 con il gol di Aguero al 95' dell'ultima partita. Difensore centrale ma se necessario anche terzino sinistro, ha iniziato la carriera nel Wolverhampton per poi passare all'Everton nel 2006. A Manchester arriva tre anni dopo e in cinque anni vince praticamente da titolare due Premier League, una FA Cup e una Coppa di Lega. Nel 2012 gioca l'Europeo da titolare con l'Inghilterra. Dal 2014 la sua carriera prende una rapida discesa fatta di infortuni e poche presenze.

Thiago Motta, 28 agosto 1982

Criticato da molti soprattutto per l'assenza di velocità e dinamismo, colpito da infortuni più o meno gravi, se ha giocato titolare con gli allenatori più svariati un motivo ci doveva essere. Ed è da ricercare nella sua clamorosa conoscenza del gioco che lo portava ad essere un regista essenziale, preciso, tecnico: in una parola fondamentale. Dopo gli inizi nella squadra brasiliana della Juventus-SP, viene acquistato 17enne dal Barcelona con il quale resta fino al 2007 vincendo 2 Liga e 1 Champions. Un anno all'Atletico passato per lo più in infermeria, un anno al Genoa trascinando la squadra al 5o posto poi le stagioni all'Inter con l'apice del Triplete del 2010. Chiude la carriera dopo 6 anni al PSG con 19 trofei nazionali e 30 presenze con l'Italia, disputando due Europei e un Mondiale.

Landon Donovan, 4 marzo 1982

Talento offensivo raro, con grande fiuto del gol e qualità invidiabile palla al piede; ha avuto pochissima fortuna fuori dai confini USA e questo è probabilmente il più grande rammarico della sua carriera. In Europa infatti ha giocato scampoli di stagioni con Bayer Leverkusen, Bayern Monaco ed Everton e solo qui ha avuto un rendimento accettabile. In compenso in MLS ha fatto sfracelli con i Los Angeles Galaxy vincendo 4 titoli - dopo i 2 con i San José Earthquakes - da leader e cannoniere. In Nazionale ha vinto 4 Gold Cup e detiene il record di gol.

Ricardo Izecson dos Santos Leite detto Kakà, 22 aprile 1982

Palla al piede era semplicemente imprendibile, con quel suo passo deciso e rapido e con un'innata abilità di giocare con entrambi i piedi. Senza dimenticare il fiuto del gol e il senso tattico. Dopo gli esordi nel Sao Paolo il Milan lo acquista nel 2003: in pochissimo tempo diventa titolare e beniamino dei tifosi. Con i rossoneri vince uno scudetto e soprattutto la Champions 2007: soprattutto perché c'è il suo zampino fatato in tutte le gare ad eliminazione diretta, dall'ottavo contro il Celtic alla finale con il Liverpool. Di gran lunga il suo anno migliore, coronato dal Mondiale per Club e dal Pallone d'Oro. Nel 2009 il trasferimento al Real insieme a CR7: tra infortuni e problemi tattici un'esperienza non positiva. Il ritorno al Milan e l'esperienza in MLS ad Orlando le altre tappe della sua carriera, che lo ha visto anche Campione del Mondo nel 2002 con il Brasile seppur da comprimario.

Antonio Cassano, 12 luglio 1982

Un predestinato, un talento come se ne sono visti pochi ma anche una testa non sempre sul pezzo. L'esordio fulminante nel suo Bari, con un gol da favola contro l'Inter, lo portano all'attenzione di tutti. Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter, Parma e ancora Sampdoria le altre tappe di una carriera costellata di gol, assist, dribbling, pochi trofei - 1 Liga, 1 Scudetto e 2 Supercoppe italiane - e tante, troppe cassanate che ne condizionano inevitabilmente il giudizio storico. Con la maglia dell'Italia gioca 3 Europei e 1 Mondiale, lasciando tracce positive ad Euro 2004 ed Euro 2012.

Adriano Leite Ribeiro, 17 febbraio 1982

La dipendenza da alcool e la depressione per la morte del padre sono stati due avversari troppo forti da affrontare per questo carro armato che all'apice della propria carriera terrorizzava le difese avversarie con il suo potente piede sinistro. Un anno nella prima squadra del Flamengo basta per convincere l'Inter a puntare su di lui nell'estate del 2001. Dopo un anno e mezzo di scarso utilizzo, va in prestito alla Fiorentina e poi al Parma dove con Mutu costituisce una coppia gol da sballo. Nel gennaio 2004 rientra all'Inter e vive due stagioni eccellenti dal punto di vista realizzativo. Poi la morte del padre lo condiziona negativamente e dal 2007 inizia la parabola discendente, fatta anche di una parentesi negativa con la Roma. Il periodo d'oro coincide anche con la Copa America 2004 e la Confederations Cup 2005 vinte da capocannoniere.

Alberto Gilardino, 5 luglio 1982

Una vita per il gol, in tutte le forme e in tutte le salse. Soprattutto con eccellente tempismo e opportunismo, doti che lo hanno accompagnato per tutta la carriera. 188 reti in Serie A ne fanno il nono marcatore All Time del campionato con l'esultanza del violino suo marchio di fabbrica. Piacenza, Verona, Parma, Milan, Fiorentina, Genoa, Bologna, Guangzhou, Palermo, Spezia: ha segnato ovunque, comunque e contro chiunque fatta eccezione per l'annata 16-17 con le maglie di Empoli e Pescara. Protagonista indiscusso dell'Under 21 Campione d'Europa nel 2004 e bronzo olimpico nello stesso anno, con la Nazionale maggiore ha vinto il Mondiale 2006 con un gol e l'assist a Del Piero per il 2-0 alla Germania.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi. #LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.