Cinque coppe del mondo da una parte e tanta voglia di conquistarne una dall’altra. Tutta la leggenda del calcio in una maglia color dell’oro un tempo sarebbe bastata a mettere paura a un Belgio mai stato così forte. Almeno, mai stato così attrezzato per poter essere considerato tra i favoriti per la vittoria di un campionato del mondo. Eppure, la storie di queste due nazionali di calcio hanno iniziato a incrociarsi molto tardi. Un’amichevole nel 1963, vinta dal Belgio col punteggio di 5-1 e un’altra giocata a Rio de Janeiro due anni dopo, stavolta prontamente vendicata dal Brasile con altrettanti goal. Poi, nel 1988, un altro incontro amichevole, disputato ad Anversa, ancora una volta conclusosi col successo della nazionale verdeoro per 2-1.

La prima partita importante giocata tra brasiliani e belgi arriva nel 2002, in occasione dell’ottavo di finale tra la nazionale di Ronaldo e quella di un Belgio coraggioso, agguerrito, ma non di certo paragonabile alla caratura tecnica di un undici carioca formato da calciatori del calibro di Ronaldinho, Rivaldo, Roberto Carlos, Cafu et cetera et cetera. Quella nazionale, infatti, quel mondiale lo vincerà. Tuttavia, la gara col Belgio farà discutere, a causa di un goal ingiustamente annullato a Marc Wilmots che, di testa, sovrasta il marcatore e batte il portiere brasiliano. Chissà come sarebbe finita se quel goal fosse stato convalidato. Il Brasile, poi, vincerà 2-0, grazie a un goal di Rivaldo e a uno di Ronaldo. Ancora oggi, però, nessuno sa perché quel goal del Belgio è stato annullato.

La gara che vede impegnati i belgi e i sudamericani per i quarti di finale del mondiale russo potrebbe dire molte cose a questo torneo. Soprattutto, chi realmente si candiderà tra le favoritissime a vincerlo. La difesa belga nella partita degli ottavi col Giappone ha registrato non poche disattenzioni difensive, punite due volte dai giapponesi in una gara in cui la tenuta della difesa del Belgio non è stata impeccabile anche tatticamente. Una linea molto alta col Brasile potrebbe costare molto cara, favorendo la condizione che Neymar, Coutinho e Gabriel Jesus prediligono maggiormente. La profondità è il campo d’azione in cui l’attacco brasiliano riesce a rendersi molto pericoloso, supportato dalle incursioni di Marcelo e dalle sue sovrapposizioni con Paulinho. 

Il Belgio è abituato a palleggiare con le linee alte, in uno schieramento che accorcia e tende a schiacciare l’avversario nella sua metà campo. Col Brasile questo atteggiamento potrebbe subire delle revisioni. Per i carioca, invece, le preoccupazioni arrivano soprattutto dal centrocampo belga. Meunier, de Bruyne e Carrasco costituiscono un reparto che, insieme ai cursori offensivi Mertens e Hazard, possono creare non poche difficoltà a una difesa, quella brasiliana, che può contare sull’efficacia di Thiago Silva e Miranda, ma potrebbe soffrire sulle corsie laterali. Fondamentale sarà il comportamento tattico di Casemiro da una parte e di Lukaku dall’altra. Il centravanti della squadra di Roberto Martínez, oltre che a fare da terminale alle azioni offensive, dovrà, probabilmente, tenere occupata la linea centrale del Brasile, consentendo agli esterni di rendersi pericolosi nell’uno contro uno con i terzini avversari. Sia dal punto di vista tattico che sul piano tecnico, Brasile-Belgio è sulla carta una gara spettacolare e interessante. E non è da escludere che possa essere risolta anche grazie a una giocata di una tra le tante individualità in campo. Anche se sono trascorsi sedici anni, chissà se quel goal annullato a Wilmots bruci ancora nei ricordi dei belgi.