Salve a tutti. Sappiamo bene che il successo nella propria lega è intimamente correlato anche ad una buona dose di fortuna. 

E, di contro, si può avere anche una squadra forte, ma se la sfortuna si mette di traverso c’è poco da fare. Fino a quest’anno, pensavo di avere incasellato i tipi di sfortuna in categorie note a tutti, tipo, la sfiga da calendario (gli incroci nelle giornate sbagliate), la sfiga istantanea (quel portiere dell’avversario che para il rigore alla tua punta), la sfiga da infortuni e/o maxisqualifiche. Ecco. quest’anno la mia squadra è stata senz’altro discreto ma non eccessivo bersaglio dei primi due tipi di sfiga. Ma quanto successo non giustificherebbe la mia classifica finale. Non ostante la classifica punti partita totali reciti un bel +45 punti sulla seconda (in questa classifica), e poi distacchi maggiori, in genere superiori ai +100 punti, alla fine dei conti sono arrivato soltanto quinto, ma se fossi arrivato settimo non sarebbe stato strano, anzi, ho oscillato tutto il campionato tra il settimo e sesto posto.

I fatti. Giochiamo una lega a 10, da sempre supercompetitiva, costituita da veterani agguerriti.

Le fasce gol ed i bonus sono standard, e si applica solo il modificatore difesa.

All’asta di agosto riesco a mettere su una formazione oggettivamente robusta, col tridente base Piatek - Milik - Belotti. 

L’ossatura della difesa è costituita dai tuttocampisti della Dea, ai quali si aggiungono Ansaldi e Di Lorenzo. Una difesa da 20 gol, insomma. A centrocampo toppo qualche acquisto (Calhanoglu, Douglas e Verdi), ma comunque con una serie di scambi e giocando col 4-3-3 mantengo una squadra dignitosa anche in questo reparto. La sfiga quantistica, a me ignota, cade su di me nel momento in cui mi aggiudico il portiere.

Ma cosa è la sfiga quantistica? E una definizione mutuata dalla fisica. Sappiamo che i punteggi del fantacalcio sono multipli di una unità base (il quanto), che è pari a 0,5 punti. E sappiamo che esistono le fasce gol. Se si arriva un quanto di 0,5 al di sotto della fascia, il salto di livello non si verifica. Puoi fare i punteggi più belli del modo, ma se arrivi a 71.5, dovrai vedere se il tuo avversario non ha fatto 66...ecco cosa è successo nella mia lega.

In 36 partite, ho fatto 4 volte 71,5, 3 volte 76,5, tre volte 76 o 75.5, e due volte 71, e anche un 80.5 che mi ha fatto pareggiare 3-3. Si tratta di 13 partite in cui con mezzo punto o raramente un punto in più, avrei quasi sempre vinto, e in pochi casi, pareggiato invece di perdere.

Di contro, nelle giornate storte, in cui mi ritrovavo sotto i 70 punti, l’avversario di turno sfruttava a pieno la meccanica dei quanti incasellando meravigliosi 72 o 77 grazie ai gol di gente come Callejon, Mandzukic, Suso, De Vrji, Peluso, Sanabria. 

Per non parlare della tripletta di Ilicic subita al suo ritorno alle partite.

Ma perché sliding doors? E’ presto spiegato. 

All’asta di agosto avevo puntato Sirigu. Nella lotta serrata per arrivare al portiere del Toro, il suo costo comincia a lievitare, e arriva oltre il budget ultimo che avevo fissato, così, spendendo anche di più, decido di prendere un tale...Olsen. 

Cavolo, mi dico, non sarà Alisson (che era il mio portiere l’anno scorso), ma la Roma è una cassaforte lì dietro. Sono in mani sicure, pensavo. Disdetta. Ecco la sliding doors. Avessi messo un credito in più su Sirigu, magari era mio. E, calendario alla mano, avrei superato le soglie in quasi tutte le partite indicate, totalizzando 15 punti in più e vincendo con il meritato distacco la mia lega.

Non so quanto sia comune la sfiga quantistica, ma posso garantirvi che, dopo averla provata, è senz’altro la tipologia di sfiga che più di altre corrode il fegato dall’interno, vedendo gli altri invece vincere partite a raffica con dei miseri 1-0, 2-1 etc.

Umberto - La mia Lega Fantagazzetta

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