Hirving Rodrigo Lozano Baena e il ¡Que viva México! sbarca a Napoli con la maschera della “Bambola assassina”. El Chucky arriva per ordine antico di Carlo Ancelotti, che, stando alle fonti, lo ha da tempo indicato tra gli acquisti da compiere per fare più grande il suo Napoli. La società partenopea è stata per molti mesi sulle tracce dell’attaccante messicano del PSV, imbastendo una lunga trattativa che dal punto di vista economico è la più dispendiosa della storia del club azzurro.

Quaranta milioni di scommessa su un calciatore che incarna un prototipo adatto alle impostazioni tattiche del mister emiliano. Classe ’95, un metro e 75 per 70 chili di rapidità. I 24 anni di Lozano segnano la linea d’ombra di un giocatore che arriva all’ombra del Vesuvio anche per azzerare il contachilometri della sua carriera, impostandone un altro che si metta alle spalle la crescita e la formazione per iniziare quello della consacrazione.

Il suo passaporto, però, stando ai precedenti, non lo favorisce. In Italia i calciatori messicani non si sono mai contraddistinti eccellendo. Lo Stivale non pare calzare bene ai centroamericani tricolore. Un caso? A Lozano l’occasione di archiviare questo tabù. Del resto, dal mondiale russo del 2018 alle sue prestazioni in Champions League la traiettoria primaria di questo calciatore non è passata sotto silenzio, guadagnandosi la stima di molti addetti ai lavori.

Hirving Lozano vestirà la maglia del Napoli consapevole che la più grande piazza dell’Italia meridionale ha qualcosa in comune con la cultura calcistica messicana: la passione dentro gli elementi della sua civiltà. Il calcio a Napoli è considerato una cosa seria, proprio come in Messico. E nel capoluogo campano Lozano arriva portando con sé numeri altrettanto seri. Nella Eredivisie il calciatore messicano con la maglia del PSV ha registrato uno score di 45 reti in 83 presenze. In Olanda la sua media realizzativa è stata di un goal ogni 1,8 partite e, considerando nel computo anche gli assist, l’incidenza risulta essere di quasi una giocata decisiva per ogni presenza. In nazionale maggiore, invece, Lozano ha segnato 9 goal in 35 presenze.

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Tra gli elementi più evidenti del suo bagaglio tecnico, la rapidità e la tecnica

Hirving Lozano è molto abile nel palleggio e nella progressione palla al piede. Prediligendo posizioni di campo esterne, la sua origine di gioco è spesso orientata alla possibilità di saltare le linee difensive avversarie per cross o scarichi ai compagni nelle fasi di transizioni offensive. I suoi movimenti sembrano preferire l’uno contro uno in fase di possesso e la pressione alta in fase difensiva. Destro naturale, Lozano è il classico calciatore in grado di assicurare un’ampia partecipazione alla manovra offensiva, dalle linee più arretrate della trequarti fino a quelle offensive più avanzate. Una comforte zone, come si dice in gergo, in cui le sue caratteristiche tecniche e fisiche non concedono facilmente punti di riferimento agli avversari.


Tatticamente

Lozano sulla carta può essere considerato un attaccante esterno impiegabile sia a destra che a sinistra. Raramente, invece, è stato utilizzato come prima punta. I moduli privilegiati di Ancelotti sono il 4-4-2 e il 4-2-3-1. L’impiego di Lozano appare molto probabile come esterno nella linea a 3 dietro la punta. Tuttavia, anche in considerazione del fatto che il modulo di gioco rappresenta sempre un punto di riferimento “protocollare” (“Il modulo si legge soltanto quando la squadra si schiera e si muove senza palla”, Carlo Ancelotti), non è da escludere la possibilità per cui Lozano risponderà a esigenze più elastiche e duttili in un sistema di gioco, quello del mister azzurro, che aspira a un calcio rapido, verticalizzante e senza punti di riferimento statici. Lozano va ad arricchire un reparto ibrido. 

Il Napoli è la squadra che in serie A, almeno tra quelle di alta classifica, più tiene alla cura e all’utilizzo dei trequartisti, considerando questi in un’accezione ampia e complessa. Callejón, Insigne, Verdi, Mertens, Younes, Ounas (stando alla rosa attuale in attesa di eventuali sviluppi di mercato) e adesso Lozano formano una specie di reparto esclusivo e intermedio nell’organico partenopeo. Tutti questi calciatori possono giocare in diverse posizioni di campo, soprattutto su quella linea a tre sopracitata. E Lozano è il classico attaccante in grado di poter dialogare molto rapidamente tanto con i suoi compagni di reparto quanto con centrocampisti come Fabián Ruiz e Zielinski, impostando manovre offensive sia in ricezione che in proposizione, sperimentando nuove soluzioni anche negli inserimenti senza palla in una squadra che potrebbe non volerlo più come punto di riferimento assoluto, come invece avveniva spesso nel PSV. Un alleggerimento del peso tattico che potrebbe favorirlo.

Al di là del potenziale tecnico e atletico, l’unico reale margine di dubbio sorge rispetto al cambiamento di campionato del calciatore. La serie A non è la Eredivisie.