Il Gallo non canta più. Questo è un problema per tutti i fantallenatori che lo hanno scelto, ma soprattutto per il Torino che da una stagione e mezza sta vedendo la faccia negativa di uno degli attaccanti potenzialmente più prolifici della Serie A. La sensazione è che dopo l'infortunio della scorsa stagione proprio in questo periodo - che ne condizionò anche il rendimento in Nazionale - Belotti abbia fatto sempre più difficoltà a ritrovare il ritmo, una cosa fondamentale per un attaccante a qualsiasi livello incidendo pesantemente sul suo rendimento.

Per confermare ciò ci serviamo dei numeri che paragonano l'anno di grazia 2016/17 di Belotti con quello attuale.

La stagione che l'attaccante granata chiuse con 26 reti all'attivo vedeva Belotti eccellere in quasi tutte le categorie statistiche: era secondo per percentuale di conclusioni nello specchio rispetto ai tiri tentati dietro al solo Dzeko, aveva una percentuale del 20,6% riguardante la conversione in rete dei tiri in porta, era secondo per numero di grandi occasioni in cui era coinvolto, era secondo per numero di gol dall'Interno dell'area con ben 25 centri e chiuse con 10 reti segnate solamente di testa sulle 26 complessive. Numeri che eccelsero anche rispetto agli xG a sua disposizione: infatti secondo questi dati Belotti si sarebbe dovuto fermare a 21 reti in campionato, ma superò di gran lunga questa cifra, sintomatico di come vivesse un periodo incredibile.

Uno dei dieci gol di testa di Belotti nella stagione 16/17

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Perché ci siamo soffermati sui gol di testa? Perché è proprio lì dove si avverte il calo più sensibile nelle realizzazioni di Belotti, ma anche nella qualità delle occasioni avute. Sempre sfruttando gli xG si può notare come nel 2016/17 ogni conclusione di testa del Gallo avesse il 16% di possibilità di tramutarsi in gol, mentre la scorsa stagione chiuse con un misero 8% che gli valsero ben 0 gol di testa e la percentuale di quest'anno è ancora più bassa con un 7% ben indicativo di come i colpi di testa di Belotti non siano più efficaci, né semplici da realizzare rispetto a due stagioni fa.

Infatti se si analizzano i dati relativi ai gol di destro, o meglio alle chance avute con quello che è il suo piede forte, si nota come non ci sia stata una variazione sostanziale delle percentuali di riuscita dei suoi tiri: poteva fare gol nel 17% di ogni tiro nel 2016/17 proprio come quest'anno e lo stesso discorso può valere per i gol segnati con il piede sordo, quello sinistro.

Qual è dunque il problema di Belotti? Sono due le situazioni che stanno condizionando l'attaccante adesso addirittura lasciato a casa da Mancini: la maggiore pressione nelle situazioni di gioco aereo che ne condizionano la pericolosità in area riducendola di più della metà e l'assenza di fiducia e di ritmo realizzativo. Perché quest'anno, a essere puntigliosi, Belotti avrebbe avuto modo di realizzare già almeno 4 reti in campionato, ma sono finiti a referto soltanto 2 centri, contro l'Inter e contro il Napoli.

Il problema reale, però, è la maggiore pressione: giocando nel Torino, in un Torino senza Iago Falque in questo periodo, non solo mancano i rifornimenti a Belotti, ma manca anche chi muove le difese generandogli spazi. Perché i numeri di Belotti, a livello di possibilità produttiva, non sono nemmeno poi tanto malvagi questa stagione, lui potrebbe segnare in un caso su due disputando 90' sulla base delle occasioni che si ritrova e il tutto con una pressione maggiore addosso.

Il Gallo fa fatica a cantare, ad alzare la cresta, ma - facendo dei conti assolutamente sommari - tenendo lo stesso rendimento di queste prime otto giornate potrebbe generare occasioni per un totale di quasi 18 xG, un rendimento tutt'altro che negativo, se specialmente paragonato alla scorsa stagione. Il tutto sta nella testa dell'attaccante e nel come i suoi compagni contribuiranno a farlo sbloccare con continuità nel corso di questa stagione consentendogli di correre quante più volte possibile sotto la Maratona con la cresta ben alzata.

Alza la cresta, Gallo (Getty Images)

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