"Spero di restare a lungo nell'Atalanta perché un momento così non l'ho mai avuto". Una vera e propria promessa d'amore quella di Duvan Zapata alla Dea in un momento in cui le parole contano davvero tanto.

Bergamo, la Lombardia e l'Italia in generale stanno attraversando sicuramente il momento più buio degli ultimi anni a causa del Coronavirus. Un dolore immenso per tutti gli italiani che stanno combattendo contro questo nemico invisibile, ma letale. 

Dolore condiviso anche da Duvan che nel Bel Paese è arrivato ormai nel 2017. Una seconda casa, dopo Calì. Si, perchè non dimentica di certo le sue origini. I primi calci ad un pallone per strada e la prima maglietta da calcio, quella della Deportiva América. Dolci ricordi che nel tempo si sono trasformati in un mezzo di riscatto dopo una infanzia trascorsa dietro un pallone in un quartiere difficile. Los diablos rojos, i "Diavoli Rossi" colombiani, lo hanno adottato quando aveva 10 anni e l'hanno fatto crescere, calcisticamente parlando. Fisico possente, ma animo gentile già da allora. Per questo sin da subito diventerà "El Ternero", il vitellino, per l'allenatore Willy Rodriguez.

L'esultanza di Zapata (Getty Images)

Il suo viaggio calcistico inizia tra la sua gente, ma lo porta in Argentina quando l'América retrocede. All'Estudiantes, la squadra di Juan Sebastián Verón, basta poco tempo per meritarsi il biglietto per l'Italia. 

Ci pensa Mauricio Pellegrino, allenatore all'epoca del La Plata, ex vice-allenatore di Rafa Benítez all'Inter e al Liverpool. Mauricio, nell'estate 2013, alza la cornetta del telefono e chiama lo spagnolo. "Vuoi un attaccante per il Napoli? Prendi Zapata". La società partenopea, anche grazie alla volontà del ragazzo, lo strappa al Sassuolo e lo porta all'ombra del Vesuvio

Il destino, però, a volte è beffardo. Zapata si ritrova dietro nelle gerarchie rispetto ad un certo Higuain, il calciatore in grado di superare qualsiasi record in Serie A. "Il Pipita è stato uno dei miei maestri, che spettacolo i suoi movimenti". Si impara anche dalle difficoltà, parola di Zapata.

Con l'arrivo di Sarri a Napoli e lo scarso utilizzo del turnover, inevitabilmente Duvan si accomoda in panchina e poi va via. "Sono stato emarginato da Sarri perché così gli aveva detto di comportarsi la società", un addio doloroso e polemico che lo porta ad Udine.

La progressione palla al piede e lo splendido gol di Zapata (Giphy)

In bianconero trova continuità e, nonostante mister Gigi Delneri lo definisca uno "scarpone", Duvan realizza 10 gol in una stagione. Velocità, tecnica e nessuna voglia di mollare durante la partita.

Quanto basta per farlo diventare l'acquisto più costoso nella storia della Sampdoria. I blucerchiati spenderanno 21 milioni di euro e rappresenteranno per l'attaccante una vera e propria benedizione. 

Dichiarazioni sincere di un ragazzo che, nonostante sia arrivato nel calcio che conta, non ha mai perso la sua aria da vitellino come quando giocava per strada a Calì.

Tutta la sobrietà di Zapata dopo la gara di Lecce (Getty Images)

Quella di Genova è una tappa fondamentale nel suo percorso che, nel 2018, lo porterà a Bergamo. Il feeling non nasce subito: la punta appena acquistata per 24 milioni dalla Dea resta a secco per dieci giornate. Poi, però, si scatena.

Con il passare dei mesi, con le sue doti, dimostra di essere una prima punta che ha riscritto i canoni fisici della Serie A. Potente ma rapido, è difficile da stoppare anche quandosi trova spalle alla porta. Un centravanti completo che sa anche dialogare con i compagni e mettere in difficoltà le difese avversarie. Un Ternero sì, ma che quando scende in campo sa far male.

Atalanta, i numeri da urlo di Duvan Zapata

Con la maglia della Dea, in appena 54 presenze, ha messo a segno ben 32 reti. Nel Campionato in corso ha collezionato 15 apparizioni impreziosite da 11 gol e 5 assist. Numeri impressionanti che gli concedono un Fantamedia da 9,2.