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"Una società piena di storia, viene la pelle d’oca a pensare di essere qui. Non sono la stella, conta la squadra. Qui mi hanno voluto tutti, al Chelsea mi voleva solo Sarri".

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1) CALHANOGLU

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Come passare in poco più di un anno da idolo assoluto a “latrina”, perdendo (quasi) tutto lo smalto e la verve realizzativa che lo contraddistinguevano. A Napoli avrebbe potuto diventare un vero Re. E invece no, “Giudain” ha voluto a tutti i costi la Juventus (proprio gli odiati rivali): oltre ad inimicarsi definitivamente la tifoseria azzurra, che lo ricopre di improperi, il suo biennio alla Juve, seppur molto positivo in termini di numeri (40 gol solo in campionato) finisce in calando, mancando soprattutto il suo peso in campo internazionale: con l’acquisto di Cristiano Ronaldo iniziano i dissapori, che culminano con la (pianificata?) cessione al Milan in prestito oneroso, a 18 milioni. 

Ma in rossonero non si vede che una brutta copia di quel terminale offensivo capace di segnare con costante regolarità: in campionato realizza solamente 6 marcature, gioca nettamente al di sotto delle aspettative (tanto da fare più volte panchina in favore di Cutrone) assumendo le sembianze di un giocatore che ha imboccando la strada del tramonto. Deludendo anche a livello di atteggiamento: nervoso, rinunciatario, polemico: tra l’altro, proprio contro la Juventus prima sbaglia un rigore e poi si fa espellere, guadagnandosi il “Tapiro d’Oro”. Il preludio ad un altro defenestramento: a Gennaio il Milan prende Piatek e il Chelsea rileva il prestito dell’argentino. Ma anche in Inghilterra non terminano i suoi mal di pancia: appesantito, con soli 5 gol all’attivo, finisce per non venir riscattato. 

Prima di scappare a Londra da Maurizio Sarri, il Pipita aveva stabilito peraltro un record personale mancando l’appuntamento con il gol per ben 866 minuti. Torna quindi in bianconero, dove pare tornato a livelli positivi, ma è indubbio che quello appena trascorso sia stato il vero hannus horribilis della sua carriera, dove nulla è andato nel verso giusto. Un po’ troppo il doppio fallimento sull’asse Milano-Londra, per uno come lui. ATTAPIRATO.